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Gattaca. La porta dell'universo

Regia di Andrew Niccol vedi scheda film

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La recensione su Gattaca. La porta dell'universo

di Antisistema
8 stelle

Andrew Niccol è un regista estremamente sottovalutato, quando è una delle poche personalità che ad Hollywood riesce a realizzare film di genere abbastanza interessanti con budget medi (tra i 30 ai 70 milioni). 

Il neozelandese, formatasi inizialmente come sceneggiatore, riesce nel 1997 a debuttare come regista con un film di fantascienza chiamato Gattaca, che è uno dei debutti più significativi della storia del cinema, nonchè uno dei più bei film di fantascienza di sempre. Oltre alla regia, Niccol cura anche la produzione del film, il soggetto e la sceneggiatura. 

 

 

Dopo oltre 20 anni dalla sua uscita è ora di tirare le somme su questo piccolo film di fantascienza, che al giorno d'oggi non ha perso smalto sia nei temi, sia nell'impatto visivo. La carta vincente del regista, è quello di alienarsi totalmente dalla fantascienza imperante ad Hollywood alla fine degli anni 90', che per via del digitale e delle nuove possibilità offerte dagli effetti speciali sempre più evoluti, confezionava inutili e ridondanti blockbuster fracassoni, che usavano l'ambientazione futura o comunque l'elemento fantascientifico come specchio per allodole, proponendo poi alla fine dei meri thriller o pellicole d'avventura, dal vuoto contenutistico pneumatico. 

Niccol nel pieno della modernità, guarda al passato e più specificamente alla fantascienza anni 50' e 60', per proporre uno stile volutamente retrò nella messa in scena e per questo molto interessante. 
Non è tanto l'ambientazione, l'effetto speciale o la descrizione del mondo futuristico con termini fantascientifici che tanto piacciono ai nerd (ma sono inutili orpelli che appesantiscono il film di solito) a rendere Gattaca un film di fantascienza; ma l'uso sapiente ed accorto delle scenografie (nominate giustamente agli oscar), combinato alla direzione asettica degli attori che impersonano i personaggi dell'elite di Gattaca. 

Non vediamo molto del mondo del nostro Vincent (Ethan Hawke), anche perchè il protagonista, più che il pianeta Terra, rivolge lo sguardo alle stelle, dove sente di poter essere fautore finalmente del proprio destino in modo da non dover più sottostare alle regole di selezione genetica imperanti nella società del futuro. Gattaca è il tentativo di rivalsa di un uomo dalle condizioni fisiche non eccelse, contro una scienza che tramite l'eugenetica s'è sostituita a Dio, creando esseri umani privi di difetti sin dalla nascita così che possano svolgere i ruoli più ambiti. Il tema genetico non è al centro del film, ma la lotta tra chi (in teoria) è valido e chi invece risulta essere un invalido. Quello che rende Vincent (in un percorso inverso che coinvolgerà anche il suo prestatore d'identità Jerome; interpretato finemente da un ottimo Jude Law) superiore all'elite di Gattaca, è l'intensità del proprio sogno di andare nello spazio verso altri pianeti; tanto da andare ben oltre i propri limiti fisici, perchè in tutti i numeri e le previsioni che la scienza si arroga di fare sin dall'infanzia, l'elemento più importante che risulta trascurato è quello del fato; per quello non c'è predisposizione genetica.

 

 

E' vero che la predisposizione genetica tra esseri umani è differente, e dei test fisici per alcune attività sono per forza di cose necessari, ma la scienza non ha alcun diritto di arrogare a sè il diritto di scegliere il destino e la vita di ogni essere umano. 

Il sogno è il motore del cinema Hollywoodiano, così come l'impegno e la forza di volontà nel realizzarlo, ma non c'è retorica nella trattazione di tale aspetto da parte del regista; poichè Niccol la butta più sul confronto tra razionalità oggettiva e irrazionalità; il fratello di Vincent; Anton è perfetto geneticamente, ma troppo legato a dei riferimenti fisici e matematici, per questo è destinato ad essere sconfitto. La regia di Niccol è chirurgica nel ritrarre un mondo dove la scriminante della perfezione genetica, ha finito con il creare delle barriere sociali per colpa della scienza che lungi dal portare progresso, alla fine non ha fatto altro che avvalorare delle distinzioni tra esseri umani. Gattaca è la perfezione dell'idea di Hitler di razza ariana, un'elite che sta bene, mentre la maggioranza è costretta a svolgere mansioni degradanti e poco remunerative al servizio degli elementi validi. 

Talmente ossessionati dal creare l'essere umano perfetto, che alla fine il pianeta Terra è trascurato; vedere il mare inquinato e l'uso dalla fotografia seppiata a tinte unite nelle scene in esterna diurne. 

Niccol crea con l'ausilio di sole due-tre scenografie (la casa di Jerome e l'ambiente lavorativo a Gattaca), un mondo futuristico credibile, tangibile e perfettamente plausibile; visto che a tutt'oggi nel 2018 siamo rincoglioniti da ideali di perfezione inculcataci dall'alto, tanto che probabilmente finiremo con lo scegliere i nostri partner in base alla perfezione genetica, al di fuori della quale riusciremo a scorgere soltanto i difetti altrui, incuranti poi nei nostri veri sentimenti verso l'altro.

Forse è un film che brilla più nel soggetto che nel tirare le fila delle varie vicende, poichè fa uso di un pò troppi ritorni di sceneggiatura e di un didascalismo eccessivo, ma le tematiche così come l'intrinseca poesia di fondo (stupendo quando Uma Thurman porta Ethan Hawke nella distesa di pannelli solari) che emana grazie anche alla splendita colonna sonora ad arpa e violini permane a distanza di oltre 20 anni, in cui ci si perde nella splendita immagine di chiusura. Successo critico negli USA con tanto di 3.5 stelline di Roger Ebert (da noi largamente snobbato invece), fu purtroppo per Niccol (come tutti i suoi lavori tranne in Time), un disastro totale al botteghino essendo costato 36 milioni ed incassandone appena la metà. 

 

 

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