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Gattaca. La porta dell'universo

Regia di Andrew Niccol vedi scheda film

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La recensione su Gattaca. La porta dell'universo

di Lord Holy
4 stelle

Adenina (A), citosina (C), guanina (G) e timina (T). Questo per chi si stesse ancora domandando il senso del titolo, invero assai appropriato per un film che al centro vede il DNA e la genetica. Il soggetto è senza dubbio indovinato, per tematiche e presupposti, che lascerebbero intendere un'opera davvero interessante, impegnata e coinvolgente. E l'inizio del resto si dimostra alquanto promettente in questo senso. O meglio, subito non è che gli intenti siano poi così chiari, ma ben presto si entrerà nel vivo della narrazione, che riuscirà a carpire l'attenzione. L'esatto momento in cui ciò avviene è al sopraggiungere del flashback relativo alla storia del protagonista, a mio avviso il culmine in qualità dell'intera pellicola.

Purtroppo la malia raggiunta non durerà a lungo, almeno non quanto avrei sperato. E questo temo accada per colpa della sceneggiatura di Andrew Niccol. Non so giudicare se abbia o no talento, se dunque l'eccezione sia questa oppure il sorprendente The Truman Show, ma posso dire che con Gattaca egli non è affatto riuscito a convincermi pienamente.

I personaggi di Vincent Freeman (Ethan Hawke), Irene Cassini (Uma Thurman) e Jerome Eugene Morrow (Jude Law) funzionano, per carità. Non è mia intenzione affermare il contrario. Solo, nutro il sospetto che la maggior parte del merito sia attribuibile all'ottima prova restituita dagli attori. Ma il vero problema è che, a partire da una non esaltante sezione centrale, la trama si protrae in stucchevoli ripetizioni, in un eterno ritorno dell'uguale (alla terza "gara" in mare sono letteralmente sbottato) che finisce per perdere il fascino conquistato in precedenza. Inoltre, il ritmo subisce un lento ma inesorabile declino che, unitamente a una colonna sonora abbastanza anonima, ovvero quasi non pervenuta (nel senso che nessuna traccia si è dimostrata meritevole o mi è rimasta impressa), non poteva non fallire nel mantenere avvincente il tutto. Si risolleva forse un po' nei pressi del finale, che tuttavia rimane troppo deludente per i miei gusti.

In conclusione, mi è sembrato un film assolutamente imperfetto, durante il quale ho avuto la netta impressione che non accadesse poi un granché, nulla di particolarmente rilevante, lasciando presagire soltanto un qualcosa di "grande", importante, che però non si è mai stati in grado di far emergere sul serio. Pertanto, a mio avviso, si tratta di un'occasione mancata, perché le potenzialità erano indubbiamente notevoli. Mi vedo costretto ad assegnargli un voto insufficiente, anche se non grave. Certo, magari non ne sconsiglierei la visione, ma nemmeno mi sentirei di poterla suggerire.

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