Regia di Peter Cattaneo vedi scheda film
Paese che vai, gente che trovi. Mentre il pubblico italiano compone file disordinate per aggiudicarsi un biglietto per vedere A spasso nel tempo dei Vanzina, quello britannico, in rispettosa fila indiana, decreta il successo di Full monty. Sintomo della banalità dei tempi, il filmetto dell'esordiente Peter Cattaneo scherza sul tema della disoccupazione, motivo di frequenti riflessioni in chiave cinematografica (Grazie, signora Thatcher, ma anche Piovono pietre e Riff Raff). Qui i sei protagonisti guidati dall'ingegno di Gaz (un concitato Robert Carlyle) decidono di sbarcare il lunario allestendo un penoso spettacolo di spogliarello a Sheffield, nel nord dell'Inghilterra. Tra tentennamenti e ripensamenti, l'operazione va in porto e i sei incontrano un insperato successo. Largamente sopravvalutato dalla critica, il film sceneggiato da Max Gottlieb è tanto smaccatamente furbesco da volere accontentare tutti, pubblico impegnato e gente che ha voglia di ridere. Perfettamente in bilico tra le due opzioni, Full monty non ne incoraggia alcuna, scivolando addirittura nell'oleografico con l'introduzione del figlio dodicenne del protagonista che non ci saremmo aspettati nemmeno nella più edulcorata delle produzioni U.S.A. Meritato l'Oscar ad Anne Dudley per la migliore colonna sonora, sebbene le musiche di repertorio vadano a rovistare tra l'immondizia techno-disco più deprecabile.
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