Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
La tratta degli schiavi vista dal punto di vista legale: uno schiavo è tale quando lo è per nascita, non per costrizione. Curioso cavillo con cui Spielberg smonta l'ipocrisia americana che vede gli statisti inneggiare all'eguaglianza delle persone, mentre si fanno servire da camerieri rigorosamente di colore. Buona pellicola.
Poteva essere un gran film, la prima parte della pellicola è di per sé illuminante e a modo suo geniale, con i prigionieri e i loro aguzzini che parlano l'idioma che gli appartiene, escludendo lo spettatore dalla comprensione totale dei dialoghi, per farlo calare nell'esatta atmosfera che doveva viversi all'interno delle navi che trasportavano schiavi nel Nuovo Mondo. La bravura degli attori e la crudezza di molte immagini descrive perfettamente il dramma degli schiavi importati nelle Americhe ma dopo il breve incipit la scena si sposta nell'aula di tribunale e lì Spielberg non dà sicuramente il meglio di sé. La messa in scena funziona ma viene infarcita di retorica a buon mercato e lungaggini evitabili; malgrado tutto passi in mano a una manica di attori di alta caratura molte fasi risultano così stucchevoli e artefatte. Nel complesso, una pellicola riuscita, su un tema delicato e non inflazionato.
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