Regia di Alain Resnais vedi scheda film
Crisi di coppia e ricongiungimento affettivo: un ritornello (non a caso) che procede altalenando fra i due estremi - amore e non amore - dall'inizio alla fine del film. Che, sia detto per inciso, se avesse il triplo dei personaggi ed il doppio del ritmo, potrebbe essere un buon Altman: e invece è un Resnais fatto e finito, con un ruolo importantissimo dato ai dialoghi (ma l'azione non manca) ed un'attenzione particolare ai luoghi della narrazione (interni, esterni, il ristorante come il centro commerciale, arredamenti eleganti, etc.). Godibile, ma senza il bizzarro ruolo affidato alle musiche lo sarebbe forse molto meno; la particolarità di questo Parole, parole, parole (dal titolo del pezzo cantato da Mina, con un 'parole' in meno) è infatti quella di utilizzare l'espediente base del musical (cioè mettere frasi dei dialoghi in bocca agli attori, sotto forma di canzoni), ma senza essere neppure lontanamente un musical: estrapolando da canzonette più o meno famose le frasi giuste al momento giusto, Resnais (o, meglio, la sceneggiatura di Bacri e Jaoui) crea dialoghi e situazioni. Un esperimento curioso, soprattutto per un regista di tre quarti di secolo, evidentemente ancora intento a ricercare. 6/10.
Turbinio sentimentale nella Francia di fine Novecento: un timido agente immobiliare (che si vergogna del suo lavoro) cerca di conquistare una donna che si rivela essere l'amante del suo capo; nel frattempo ha un appartamento da vendere, mentre una coppia borghese si sta allontanando...
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