Regia di Pietro Francisci vedi scheda film
Guerrin Meschino è un servo, orfano, cresciuto alla corte di Costantinopoli. Ama la principessa Elisenda, ma le sue origini ignote non gli permettono di avvicinarla. Quando la ragazza viene rapita dai mori, però, Guerrin Meschino ha l’occasione di mettersi in luce ai suoi occhi.
Le gesta di Guerrin Meschino vennero ideate e quindi narrate per la prima volta da Andrea da Barberino sul finire del quindicesimo secolo; per portarle sul grande schermo nel 1952 è occorsa una squadra di sceneggiatori composta da Raul De Sarro, Fiorenzo Fiorentini, Giorgio Graziosi (qui anche aiuto regista) e dal regista Pietro Francisci, che hanno fatto del loro meglio per dare vita a un romanzo cavalleresco piuttosto movimentato e ricco anche di momenti leggeri, un’opera vivace e in costume, pur non avendo a disposizione un ampio budget. Il risultato non delude le aspettative, se queste si limitano all’ora e mezza di intrattenimento a base di buoni sentimenti, un pizzico di azione e con tanto di (giusto, ma) inevitabile lieto fine; indubbiamente nell’operazione si sente la mancanza di qualche volto di sicuro appeal, ma nel complesso i protagonisti, pur senza cognomi importanti, se la cavano: Gino Leurini, Leonora Ruffo, Ugo Sasso, Aldo Fiorelli, Tamara Lees, Antonio Amendola e Sergio Fantoni sono gli attori principali della pellicola. Francisci proseguirà con coerenza la sua strada girando una manciata di peplum negli anni successivi. 4/10.
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