Regia di Arnaud Desplechin vedi scheda film
Roubaix è una città di confine, sospesa fra la Francia, a cui appartiene, e il Belgio. È decaduta, da grande centro industriale che era, e nella decadenza trascina a fondo anche l'umanità che la vive, cosmopolita, fra arabi, polacchi, italiani, francesi, comunità differenti con l'unico punto in comune della povertà, degli espedienti, del crimine. Il film di Desplechin non ha ambizioni da "grandeur" e si muove malinconico dalla sera di Natale alla fine delle festività, pedinando la solitudine di un commissario, di origine magrebina, e del suo piccolo posto di polizia, ogni giorno impegnato nel cercare di contrastare crimini di medio basso cabotaggio, fino a un delitto di un'anziana signora, che vedrà coinvolte due giovani ragazze, perdute come quasi tutto a Roubaix. Un noir senza violenza, lucido e sofferto, zuppo di vite allo sbando, di luci di Natale, di empatia e umanità, parola intesa come comprensione, pietà. Un "delitto e castigo" girato benissimo, con attori eccezionali, molto reale (è costruito attorno a un vero fatto di cronaca), che, però, necessita di attenzione, non concedendo nulla allo spettacolo, muovendo il suo asse sui dialoghi, sui volti, sui luoghi. Film importante, una riflessione umanistica sulla società di oggi, non solo francese.
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