Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne vedi scheda film
Le jeune Ahmed, come un jeune Holden, si muove tra la scuola, la casa, le strade e il negozio del suo imam, in un Belgio troppo moderno e impuro, lì pronto ad inquinare le menti pure e portarle su una strada lontana dalla vita del bravo ragazzo islamico. La sua giornata è divisa tra la preghiera, i confronti accesi con chi gli chiede di rallentare e di cambiare, e gli incoraggiamenti del suo imam che lo invitano ad agire coerentemente con una vita da fondamentalista, che distrugga l'infedele e il traditore di Allah. Ahmed conosce già a memoria tanti versi del Corano e sa argomentare la sua posizione quando gliela chiedono. Non accetta che gli uomini stringano le mani alle donne e che ci sia in generale alcun contatto fisico tra uomo e donna che non siano entrambi musulmani e sposati. Non può accettare che l'Arabo venga spiegato a scuola tramite canzoni e modalità profane, in una forma mondana e più adatta ai bambini. Non accetta che sua madre beva, e che chi riesca a vivere coerentemente con la propria filosofia di vita sia costretto a fuggire, o venga rinchiuso. Per questo è deciso a prendere un'iniziativa, che fa un po' da vettore dell'azione nel nuovo bel film dei fratelli Dardenne, superiore anche agli ultimi due film Deux jours une nuit e La fille inconnue in quanto tornato allo stile grezzo e irregolare a cui ci avevano abituato nei primi capolavori. Stiamo attaccati al nostro protagonista in un modo energico e febbrile che nei Dardenne sembrava essere stato sacrificato per un maggiore schema di eventi - la struttura del film con Marion Cotillard, il mistero del film con Adèle Haenel - costruito, ai tempi, su attori protagonisti professionisti. In Ahmed ritroviamo invece un maggiore candore, una semplicità di approccio che tiene a cuore la lezione di Rosetta: nella naturalità del gesto può nascondersi la crudeltà come anche la pietà, la rabbia come la voglia di cambiare, la verità come la menzogna. Quando Ahmed comincia a far credere di stare cambiando per poter portare a compimento il suo piano, ritroviamo tutta la disperazione di un adolescente che sembra essere convinto dell'inesistenza dell'umanità, e che sarebbe pronto al martirio.
Ma forse, tra le distrazioni del quotidiano e la rozzezza dei gesti, qualche straccio di umanità può ancora sopravvivere. Non con l'immediatezza del non detto come in Le fils o come in Rosetta, ma con la forza e l'aggressività di un trauma che può realmente cambiare una vita.
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