Trama
Nel moderno Belgio, Ahmed è un giovane fanatico di origine magrebina che, appena uscito dall'infanzia, ha intenzione di uccidere la sua insegnante in nome della sua religione. Come può l'amore per la vita vincere il suo desiderio di provocare la morte di qualcuno?
Approfondimento
L'ETÀ GIOVANE: TRA FANATISMO RELIGIOSO E AMORE PER LA VITA
Diretto e sceneggiato da Jean-Pierre Dardenne e Luc Dardenne, L'età giovane racconta la storia del giovanissimo Ahmed, un tredicenne d'origine magrebina che nel Belgio contemporaneo. Nella regione di Liegi, dove vive, Ahmed apprende gli ideali assoluti del Corano attraverso il suo imam. A causa dell'interpretazione estremista del testa sacro, nella mente di Ahmed cresce un proposito insano: uccidere la sua insegnante. Si ritroverà però presto diviso tra gli ideali di purezza del suo imam e il fascino della vita che lo circonda.
Con la direzione della fotografia di Benoît Dervaux, le scenografie di Igor Gabriel e i costumi di Maïra Ramedhan-Levi, L'età giovane è così raccontato dai due registi in occasione della partecipazione in concorso al Festival di Cannes 2019: "Quando abbiamo terminato di scrivere la sceneggiatura, ci siamo resi conto che in un certo modo avevamo scritto la storia dei tentativi infruttuosi messi in atto da vari personaggi per portare il giovane fanatico Ahmed, il nostro personaggio principale, a rinunciare al suo omicidio. Chiunque essi siano (la sua insegnante Inès, la madre, il fratello, la sorella, il suo educatore, il giudice, la psicologa del Centre Fermé, l'avvocato, i proprietari della fattoria in cui si trova, la loro figlia Louise), nessuno di loro riesce a comunicare con il nocciolo duro e misterioso del ragazzo, pronto a uccidere la sua insegnante in nome delle sue convinzioni religiose".
"Quando abbiamo cominciato a scrivere la sceneggiatura, non immaginavamo di dare alla luce un personaggio così chiuso", hanno proseguito i Dardenne. "Ahmed ci è come sfuggito di mano, lasciandoci senza possibilità di costruzione drammatica per portarlo fuori dalla sua follia omicida. Anche Youssuf, l'imam della moschea fondamentalista, il seduttore che ha catturato l'energia degli ideali dell'adolescente per metterlo al servizio della purezza e dell'odio per chi non è puro, il maestro, rimane sorpreso dalla determinazione del suo discepolo. Eppure, potrebbe andare diversamente? Non potrebbe essere differente quando il fondamentalista è così giovane come Ahmed, quasi un bambino, e il suo maestro lo incoraggia a venerare un cugino martire, un uomo morto."
"Come fermare la corsa verso l'omicidio di questo giovane fanatico, che sembra quasi non percepire la benevolenza dei suoi educatori, l'amore di sua madre, i giochi e i sentimenti della giovane Louise? Come immobilizzarlo in un momento in cui, senza il buonismo e l'improbabilità del lieto fine, potrebbe aprirsi alla vita e convertirsi all'impunita finora aborrita?", hanno concluso.
Il cast
A dirigere L'età giovane sono i fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, registi e sceneggiatori di origine belga. Nati rispettivamente nell'aprile 1951 e nel marzo 1954, hanno esordito nel mondo del documentario. Nel 1975 hanno fondato la casa di produzione Dérives, con cui hanno prodotto più di 80 documentari. Nel… Vedi tutto
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- Prix de la mise en scéne a Jean-Pierre Dardenne al Festival di Cannes 2019
Commenti (9) vedi tutti
Non sara' il migliore dei Dardenne ma quello che trasmette nel contenuto lo rende imperdibile.
commento di ezioQualunque sia il messaggio che si vuole trasmettere, per essere credibili bisogna avere il senso della misura. Cosa che in questo film manca assolutamente. Gli esseri umani non sono dei robot. E poco importa se la costanza con la quale la camera segue il suo protagonista ed indugia sui primi piani si sia meritata il premio per la regia.
commento di bombo1A questo giro i fratelli Dardenne non mi hanno convinto del tutto. Manca il solito rigore formale, il solito pedinamento essenziale. Rimaniamo sempre nell'ambito dell'acuta indagine etica e sociale, ma il giovane Ahmed manca delle gravità esistenziale di una Rosetta. Necessaria per svincolarsi del tutto dal potenziale ricatto delle immagini.
commento di Peppe ComuneUn film reale e duro come la vita stessa. voto 7
commento di interista75quasi metà dei votanti del pubblico che danno tra 1/2 e 1 stella a questo film sembra quanto meno sospetto, quasi una hackerata...può non piacere, si può trovarlo forse troppo manicheo e/o semplicisitco, ma questo astio è abbastanza incomprensibile. come spesso succede con i Dardenne la messa in scena è al contempo essenziale e incisiva. avercene.
commento di giovenostaFilm bello e coraggioso, frutto di una gestione sofferta, ma originata dal proposito immediato, dopo gli attentati a Bruxelles del 2016 da parte dei fratelli Dardenne, di rappresentare il dramma della radicalizzazione nel loro Paese.
leggi la recensione completa di reginaldoMeno di un'ora e mezza per raccontare la storia dolorosissima di un adolescente le cui difficoltà, abbastanza comuni a quell'età, vengono usate da un adulto irresponsabile per scopi terroristici.
leggi la recensione completa di laulillaI fratelli Dardenne decidono di seguire lo sprofondare di questo ragazzino nell'abisso del fondamentalismo religioso, e lo fanno secondo il loro consueto stile asciutto, con una camera a mano che lo marca stretto e senza nessun commento sonoro ad enfatizzare alcunché: basta la storia, d'altronde, a coinvolgere e stringere il cuore.
leggi la recensione completa di pazuzuI Dardenne, con uno stile asciutto e conciso, ma ficcante nel suo rigorismo, riescono a terrorizzarci mostrando l'angosciante inarrestabilità della discesa di un ragazzino nella radicalizzazione islamista. Afrontando un tema di devastante attualità senza alcun buonismo né manierismo, ed evitando pure il sociologismo spicciolo.
leggi la recensione completa di port cros