Roma, oggi.
Giacomo, trentenne precario, ogni mattina torna nell'ufficio dove lo hanno licenziato, e si mette a lavorare al suo posto.
Ogni volta gli devono ricordare il licenziamento, e accompagnarlo alla porta. L'ossessiva moglie Anna finge di non sapere niente, ma in una sera di nervosismo lo sbatte fuori di casa.
Giacomo allora si rifugia in un cinema, rimanendo imprigionato nel bagno delle donne, da cui proclamerà una sua rivoluzione personale.
Il regista è al suo primo lungometraggio, e si vede, soprattutto nella direzione degli attori, poco tenuti a freno.
Il protagonista Luca Vecchi, ex grande Groucho in Dylan Dog - Vittima degli eventi (recuperatelo su youtube!), è oggettivamente simpatico e fa quel che può, meno le due donne: Stella Egitto, la moglie, è bella quanto insopportabile; e la tanto osannata Daphne Scoccia, qui recita al minimo sindacale. Tanto che troviamo sollievo nella presenza autoironica di Francesca Reggiani, una garanzia.
Piccola particina per Karen Di Porto (l'ex Maria per Roma).
La sceneggiatura sopra le righe di Marco Alessi e Alessio Lauria tende un po' troppo a mettere tutto e tutti sotto la lente del grottesco, ma sbagliano - ci pare - qualche dose.
Ma le tematiche ci sono eccome: precarietà nel lavoro (e il cinema E' lavoro, e le sale che chiudono sono lavoro che sparisce), negli affetti, nella vita.
Una commedia comunque garbata, con qualche zampata niente male e più di una riflessione sul mondo post covid.
Dal romanzo "Se son rose" di Massimo Vitali.
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