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Bold Pilot - Leggenda di un campione

Regia di Ahmet Katiksiz vedi scheda film

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La recensione su Bold Pilot - Leggenda di un campione

di giurista81
7 stelle

Distribuito a livello internazionale col titolo SampiyonBold Pilot è un film che invita a combattere, perché solo così facendo si è campioni nello sport ma, soprattutto, nella vita. Ahmet Katiksiz, classe 1981, dimostra mestiere e plasma una pellicola, interamente turca e da lui stesso scritta, che regge il confronto con le ben più blasonate produzioni americane, si pensi al candidato all'oscar Seabiscuit - Un Mito Senza Tempo  (2003)  cui la pellicola turca sembra rifarsi come ispirazione (da qui arriva l'idea del fantino scartato da tutti e scaraventato nel fango, su cui però un allenatore di punta decide di scommettere). Un altro film che è stato sicuramente preso da modello è il meno famoso Champions (1984) diretto da John Irvin, che lo ricorda molto anche nel titolo. Da quest'ultimo film viene riproposta la battaglia contro il cancro che passa dalla guarigione improvvisa, da una zoppia, di un cavallo chiamato a confrontarsi in una prova di rango internazionale e che insegna agli uomini del suo entourage a combattere fino alla fine. "La sconfitta è sorella della vittoria" si ricorda a inizio film, ma qua i successi di un cavallo diventano quelli di una nazione in crisi (Seabiscuit docet). Bold Pilot e il suo modo di correre, comunemente detto a perdere (ovvero ad attendere gli ultimi metri per emergere da tergo), diventano metafora di riscatto per migliaia di persone che si riversano nelle sale ippiche e all'ippodromo per seguirne le gesta. Le persone, comprese coloro che non sanno cosa sia l'ippica, vanno a vedere le corse per Bold Pilot, esultano dei suoi successi e, addirittura, fanno cadere un silenzio assoluto sull'ippodromo per aiutarlo a superare le riottosità che ne impediscono l'ingresso nelle gabbie di partenza.

Katiksiz ha senso del ritmo (molto bene il montaggio), ricorre a droni, soggettive, inquarature dettagliate, ma è attento anche a disegnare i contorni di una storia d'amore che si tinge di contenuti tragici e, al tempo stesso, estremamente romantici (bella la scena del biglietto per il cinema lasciato sulla paglia per invitare direttamente un'uscita in comune), che passa dalla malattia e, pur non vincendola, insegna che vale comunque la pena di seguire le indicazioni del cuore e della propria passione (il protagonista per seguire il suo sogno si schiera contro la famiglia e, così facendo, diventerà il più vincente fantino della Turchia e troverà anche l'amore). "La vita è come un film " commenta il protagonista che, per spronare la ragazza di cui è sempre più preso (la figlia dell'allenatore del cavallo) ma che è affetta da una grave forma di cancro e da un atteggiamento mentale di resa, la invita dapprima al cinema, quindi cerca di corteggiarla e poi le fa trovare una serie di polaroid, di volta in volta scattate, che celebrano i successi marcati in simbiosi con Bold Pilot (pupillo assoluto della ragazza).

Bravi gli attori, tutti turchi e per lo più sconosciuti in Italia, ma non in patria, come dimostrano anche le undici nomination conquistate dal film.

Meno curato sul versante ippico, si rivela comunque una piacevole sorpresa. Tra i difetti si evidenziano le inquadrature delle diritture di arrivo che mostrano un cavallo sospinto e incitato (Bold Pilot) e gli altri tutti fermi e trattenuti dai relativi interpreti. Un "problema" che si era già riscontrato in Seabiscuit e, prima ancora, nel mitico National Velvet (1944), conosciuto in Italia col titolo Gran Premio. Ciò detto si tratta di un film ben montato e fotografato, con una colonna sonora più che sufficiente e soprattutto in condizione di rivaleggiare con le ben più blasonate produzioni hollywoodiane. Penso che questo costituisca motivo d'orgoglio per la cinematografia turca. Altro grande successo per la Turchia è l'aver ottentuo la prima visione tv e in prima serata su Canale 5, senz'altro un motivo di soddisfazione per una cinematografia, quella turca, che ha sempre guardato con interesse ai prodotti italiani (si pensi ai loro emuli western).

Una nota finale la merita Bold Pilot, cavallo che, nonostante nel film non lo si dica, era per metà italiano, essendo il prodotto di una linea femminile generata dalla Razza Dormello Olgiata nonché innescata da una cavalla che ha dato origine anche alla madre del c.d. cavallo del secolo Ribot (un mito tutto italiano degli anni cinquanta). Niente di estremamente originale, tuttavia da vedere per gli appassionati del genere. 

 

 

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