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Figli di Annibale

Regia di Davide Ferrario vedi scheda film

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La recensione su Figli di Annibale

di bradipo68
8 stelle

Una rilettura ideale del genere americano per eccellenza ,il road movie, ma italiana fino al midollo.L'inizio sembra tratto di peso da una delle commedie di Francis Veber,tipo Due fuggitivi e mezzo(rifatto con lo stesso regista negli USA col titolo In fuga per tre).Sfigato disoccupato ormai alla canna del gas cerca di rapinare una banca insieme a un gatto.Disperato prende un ostaggio per corprirsi la fuga ma strada facendo si accorge che è il contrario in quanto il presunto ostaggio prende subito in mano la situazione :del resto è sull'orlo della bancarotta per cui questo finto rapimento è l'occasione della vita.E si fugge verso sud fermandosi nel Salento dove l'ostaggio presunto ha anche il tempo per vedersi con il suo amante,un poliziotto che si è fatto trasferire a sud proprio per allontanarsi.Il film di Ferrario a dispetto delle battute di cui è ricco,ha un aria cupa che deriva dalla disperazione di chi non ha prospettive.Il Salento si fa vedere in tutta la sua fotogenia con i suoi spazi e i suoi silenzi,il viaggio per l'Egitto termina alla maniera della commedia all'italiana.In panne incrociando un barcone di immigrati.Il sogno per i due protagonisti è l'Egitto e la carne di cammello,ma forse è proprio la mancanza di sogni a zavorrare la vita dei due,perfetta reincarnazione di un don Chisciotte(Abatantuono)pieno di idee come minimo astruse e di un Sancho Panza(Orlando) che non ha la forza di imporsi.Il film spesso vira al grottesco e vive sempre sul filo sottile che divide la commedia dalla tragedia.Quello che poi dovrebbe essere un lieto fine,la fuga di un ricercato,non è poi così rassicurante.Riuscite alcune gustose macchiette di contorno(come la sorellastra cieca di Orlando) e bellissime le musiche del gruppo etno/folk salentino dei Nidi d'Arac.

Su Davide Ferrario

regia efficace soprattutto nell'usare gli spazi

Su Silvio Orlando

bravo

Su Diego Abatantuono

ottimo

Su Valentina Cervi

non necesaria nell'economia del racconto

Su Ugo Conti

personaggio marginale

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