Regia di Davide Ferrario vedi scheda film
Domenico è un operaio in cassa integrazione; Tommaso, invece, è un imprenditore sull'orlo del fallimento: il caso vuole che i due si incontrino a Como in una banca mentre il primo - ormai alla disperazione per essere rimasto senza soldi - sta tentando una rapina. Per uscire incolume dalla banca, Domenico decide di prendere in ostaggio una persona e il destino vuole che quella persona sia proprio Tommaso. Quest'ultimo, poiché è pieno di debiti, in realtà ha una voglia matta di cambiare vita; perciò coglie al volo l'occasione offertagli dal fato e propone al suo rapitore di fuggire in Puglia anziché in Svizzera, come voleva fare Domenico, più precisamente a Taranto, dove ad attenderli c'è Orfeo, un carabiniere amico di Tommaso. L'idea dell'insolito terzetto sarebbe quella di scappare con il bottino della rapina - consistente in trecento milioni di lire - in Africa, ma prima di riuscirci ne dovranno passare delle belle.
Divertente commedia on the road diretta da un ispirato Davide Ferrario, autore anche della sceneggiatura con la collaborazione di Diego Abatantuono. "Figli di Annibale" è un film vivace, spigliato e diretto con un bel ritmo, che inoltre può vantare dialoghi spiritosi e due protagonisti - Orlando e Abatantuono - molto bravi e perfettamente in parte nei rispettivi ruoli. Ferrario, che ha il merito di orchestrare le peripezie dei suoi personaggi con brio e intelligenza, ricorre ad uno stile di regia inusuale e fuori dagli schemi (soprattutto per il cinema italiano), che gli permette di dare al film quel qualcosa in più che ce lo fa apprezzare maggiormente. Una bella commedia insomma, in cui si ride di gusto, ma che riesce anche a far riflettere su un paio di cose - tipo il lavoro che manca e la conseguente disperazione di chi è senza e non ha nemmeno i soldi per mangiare, ma anche il fallimento personale di chi i soldi invece li aveva ma è riuscito a sperperarli - tutt'altro che banali e scontate.
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