Regia di David Slade vedi scheda film
Paradossi narrativi in loop lisergici. Frammenti di psicosi liberate in segmenti di storie mandate in frantumi. Apparenti scelte. Destini comandati. Codificazioni alfanumeriche in linguaggi di programmazione informatica. Essere bloccati in un buco mentale senza via di uscita. Seguire il flusso di idee durante il processo di scrittura simbolica. Solitudine. I segni rossi sui muri. Le improvvise intuizioni. La ripetizione di una ripetizione. Un sogno rinchiuso in un sogno. Omicidi mai avvenuti. Suicidi indotti. Uno sceneggiatore seduto in una stanza a manovrare i fili di ciò che potrebbe accadere. Soluzioni binarie. Un acido sopra la lingua. L’attesa. La scoperta di qualcosa che non avresti mai creduto possibile essere reale. Teorie e progetti segreti sul controllo. Drammi dell’infanzia innestati. Analisi psicologiche in set di produzione contemporanei. Esercizi di scrittura postmoderna a ruota libera. Linee temporali che curvano e precipitano, incontri che si moltiplicano, universi paralleli che si incastrano in pure dimensioni filmiche. Il montaggio è un’invisibile divinità creatrice, qualcuno che osserva il susseguirsi illogico degli eventi comodamente seduto davanti ad uno schermo. Il baratro della follia. La canalizzazione cognitiva applicata all’evoluzione digitale, un mondo virtuale che alla fine è riuscito ad ingabbiarci tutti quanti, saremo ancora in grado di ritrovarci dall’altra parte dello specchio? Chiudi gli occhi, Tangerine Dream, Phaedra. Musica per la mente in espansione. Al cui interno tutto è di nuovo splendidamente possibile.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta