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Farewell - Senza perdersi

Regia di Lina Wong vedi scheda film

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La recensione su Farewell - Senza perdersi

di supadany
8 stelle

Far East Film Festival 21 – Udine.

Pur sperando accada il più tardi possibile, ogni essere umano deve imparare a dire addio. Ai genitori che ci hanno cresciuto, alla terra che ha accompagnato la nostra infanzia, agli animali che hanno allietato il nostro tempo senza chiedere nulla in cambio.

Inoltre, la geografia sociale muta a un ritmo talmente vertiginoso da obbligare a rivedere i piani per il futuro. Molte attività millenarie non rendono più come una volta e si spalancano nuove strade, che offrono l’opportunità di accedere a servizi e confort migliori, consentendo ai genitori di preparare il terreno per gli adulti che verranno.  

A Xinjiang, un paese della campagna cinese, Isa, nonostante sia ancora un bambino, ha già parecchie responsabilità. Oltre ad andare a scuola, deve accudire la madre malata e aiutare il padre nel lavoro dei campi, ad esempio controllando il gregge.

Intanto, i suoi amici Kalbinur e Alinaz ottengono pessimi risultati a scuola, obbligando i genitori, impegnati nella raccolta del cotone, a intervenire.

Entrambi i nuclei familiari sono al cospetto di un bivio che ne determinerà il futuro. Soprattutto quello dei bambini.

locandina

A First Farewell (2018): locandina

     

Con A first farewall, l’esordiente regista cinese Lina Wang tributa un omaggio a un ecosistema arcaico in via d’estinzione, con competenze non più richieste e gli ultimi reduci erosi dal dubbio su che strada prendere, se perseverare oppure svoltare alla ricerca di nuove fortune, abbandonando la campagna per dirigersi nelle aree industriali.

Il suo è un atto d’incontaminata sincerità, scevro di un qualsivoglia orpello, il racconto delle giornate di tre bambini, degli impegni che devono accollarsi già a 6/7 anni, della distanza che li separa dal sistema sociale, qui rappresentato dalla scuola, severa nell’inquadramento e punitiva quando i risultati sono deludenti con il pubblico ludibrio.

Un costante fluire che osserva da vicino senza arrecare disturbo, cattura lo sguardo con paesaggi immacolati, sospesi tra deserto e foresta, tra i campi sotto il sole estivo e la neve che accompagna l’inverno.

Un approccio rispettoso ed essenziale, similare al metodo documentaristico, dove i fatti semplicemente accadono, con i bambini che crescono prima del tempo, gli anziani che si avvicinano alla morte e gli adulti impantanati nella tenaglia dei nostri tempi, sospesa tra un passato da accantonare e un futuro da decifrare.

A first farewall cattura tutti questi aspetti e li mette da parte per consegnarli ai posteri, che potranno riscoprire un mondo diverso, quando sacrificarsi era la norma e lavorare duro un piacere, la famiglia era sufficiente per non chiedere niente di più dalla vita e per fantasticare bastava salire su un albero e scrutare l’orizzonte.

Malinconico e realista, un gioiello pregiato.

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