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Liberi di scegliere

Regia di Giacomo Campiotti vedi scheda film

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La recensione su Liberi di scegliere

di mm40
3 stelle

Reggio Calabria. Il giovane Domenico è il figlio di un potente boss locale della ‘ndrangheta e inevitabilmente, percorrendo la strada di famiglia, finisce a processo. Il giudice minorile Lo Bianco però, stanco di vedere scene simili, dispone l’allontanamento di Domenico dai genitori e dalla Calabria, destando scalpore e naturalmente rabbia.

Liberi di scegliere è il nome di un progetto istituito dal Tribunale per i minori di Reggio Calabria, è il titolo di un libro uscito a fine 2019 ed è anche perfetto come titolo per una fiction per la televisione, così chiaro e lineare; un film che sicuramente ha delle pecche dal punto di vista della confezione, ma sfoggia contenuti di notevole importanza civile. L’opera tratta infatti, romanzando e infiorettando alla solita maniera dei prodotti per il piccolo schermo, delle vicende del giudice minorile di Reggio Calabria Roberto Di Bella, qui trasformato in Marco Lo Bianco, a capo del suddetto progetto; l’idea di base è quella secondo cui, allontanando dalla famiglia malavitosa i figli adolescenti che hanno intrapreso la pericolosa strada dei genitori, li si rende in grado di scegliere finalmente in modo libero la loro vita. Lo stesso Di Bella ha collaborato al film, anche se il suo nome non compare nei crediti di scrittura; c’è però quello di Monica Zapelli, coautrice del libro di cui in incipit, affiancato da quelli di Ivano Fachin, Sofia Bruschetta, Tommaso Matano e Giovanni Galassi. Gli attori principali: Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Carmine Buschini, Francesco Colella, Federica De Cola, Federica Sabatini. Nel complesso un film non tanto vivace, nonostante gli argomenti trattati (ma in effetti di questi tempi non fare un altro remake di Gomorra non è poco) e dalla narrazione fin troppo piatta, comunque veicolo di un messaggio positivo. Il regista d’altronde è Giacomo Campiotti, ormai da lungo tempo esperto di prodotti tv. 3,5/10.

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