Regia di Stephen Johnson vedi scheda film
Un western australiano un po' troppo lento ....
Un poliziotto australiano partecipa ad un massacro di aborigeni e si ritira a fare il cacciatore nell' outback , ma .... Anche la colonizzazione britannica dell' Australia , come tutte le altre , ha portato momenti bui e terribili per i popoli indigeni che la abitavano . Il sistematico genocidio degli aborigeni è un fatto acclarato dagli storici , che hanno calcolato che il loro numero è calato del 90 % a causa di malattie e massacri . E così ogni tanto anche il Cinema australiano ci ricorda di queste tragedie che si sono protratte fino alla prima metà del secolo scorso . Credo che questa pellicola sia finora l' ultima in ordine di tempo a mettere in scena uno di questi tristi episodi . E , come al solito , ne esce fuori un simil western in cui gli aborigeni , vessati da coloni ed autorità , possono contare sull' aiuto di qualche bianco illuminato o pentito . Aspetto negativo è la solita vicenda piuttosto trita e ritrita ( e pure abbastanza lenta ) : non ci vuole un genio per capire fin dalle prime scene chi sono i buoni ed i cattivi e pure chi morirà e chi no . Sul lato positivo ci sono le bellissime immagini delle suggestive locations della Terra di Arnhem , l' estremo lembo nord dell' Australia , un posto così selvaggio e spettacolare da rivaleggiare con Colorado ed Arizona .
Il regista è lo sconosciuto aussie Stephen Johnson, che non lesina le scene violente e si avvantaggia della vivida fotografia di Andrew Commis . Il volto più noto del cast è quello di Simon Baker che , per quanto bello e bravo , non è mai riuscito a sfondare del tutto nel mondo della celluloide . Si riconoscono poi il cipiglio da cattivo di Callan Mulvey e l' anziano Jack Thompson . Bravi anche gli sconosciuti attori aborigeni . Ma il film nel suo complesso fa fatica ad avvicinarsi alla sufficienza . Per me è da 5,5 .
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