Regia di Atom Egoyan vedi scheda film
VENEZIA 76 - CONCORSO Rapporti irrisolti in famiglia; verità relazionali mai chiaramente svelate; intimità sentimentali mal interpretate o, al contrario, tenute scientemente celate; ma pure la perdita prematura di un proprio caro; l'incidente che spezza esistenze e fa morire anche chi in realtà sooravvive; l'attrazione, spesso deviata, degli adulti sulla bellezza adolescenziale, quel fiore di rara purezza che può solo essere contaminato dalla fanghiglia vischiosa dell'età matura bramosa di farlo sui, danneggiandolo per sempre.
Questi sono, da sempre, tra i temi più cari al noto cineasta armeno naturalizzato canadese Atom Egoyan, che ha saputo costruirsi una carriera solida giocando al thriller che si insinua attraverso i fili scoperti resi vulnerabili dalle problematiche di cui sopra. Qui, tuttavia, Egoyan si impegna a mescolare e frullare - cercandone la difficile e complessa amalgama entro un thriller dei sentimenti e dell'espiazione confuso ed inutilmente complicato - una vicenda di sentimenti di famiglia rimasti indefiniti e per questo in grado di frustrare e condizionare esistenze. Come a dire: tanto rumore per nulla.... o comunque per molto meno di quanto era lecito aspettarsi dall'autore di film straordinari e densi Exotica, Il dolce domani e Il viaggio di Felicia. Attraverso un colloquio tra una giovane musicista uscita di prigione dopo una autocondanna per circonvenzione di minori, ed un prete in cerca di notizie sul padre di lei, del quale deve celebrare il funerale, inizia tutto un complesso viaggio a ritroso che mescola una storia di diffamazione posta in essere contro la musicista dal suo autista geloso, ed il rapporto di lei col genitore, meticoloso ispettore igienico di ristoranti.
Un rapporto enigmatico tra il padre e l'insegnante di musica della figlia ai tempi in cui era bambina, turba da sempre la ragazza, responsabile, tramite una omissione colpevole, della morte dell'insegnante e, anni dopo, del suicidio del figlio di lei, assieme al quale era solita suonare un piuttosto ridicolo strumento firmato da bicchieri da champagne uniti assieme (??!!??).... Insomma un devasto.... figurati se ci aggiungiamo la storia del coniglio da compagnia, o della ispezione al ristorante armeno che serve orecchie di roditore fritte impanate....
Da autoflagellazione, un delirio incontenibile, per uno dei prodotti più contorti e confusi di un Egoyan ahimè sempre più lontano dalla esemplare retta via intrapresa con la sua prima decina di ottime pellicole. Poi certo David Thewlis è straordinario pure qui, come sempre del resto, mentre la De Oliveira è semplicemente momto bella e non mi azzarderei a spendere in suo favore altri complimenti.
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