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Guest of Honour

Regia di Atom Egoyan vedi scheda film

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La recensione su Guest of Honour

di EightAndHalf
7 stelle

Guest of Honour di Atom Egoyan affronta come un puzzle la particolarissima vicenda di Veronica, giovane insegnante di musica, e di suo padre Jim (enorme David Thewlis), ispettore sanitario nei ristoranti. Il film all’apparenza si presenta televisivo, con costruzioni di piani e campi vagamente scontate, e con una trama che sembra infittirsi inutilmente. Nella realtà però, il racconto nel racconto nel racconto che si viene a creare, e che è edificato su particolari dettagli e oggetti che ritornano ossessivamente, rende chiaro tutto il lato torbido e morboso di un vicenda estremamente originale. Non solo il padre e la figlia si ritrovano invischiati nell’ossessione stessa per il proprio lavoro, ma vanno creando la loro consapevolezza sugli eventi che li circondano tramite indizi, video del cellulare e oggetti casuali come il portachiavi con la zampa di coniglio, in una liquidità di percezioni che può far interpretare le cose in modo del tutto contrario a quello che è. Il momento in cui David Thewlis riprende una sua stessa ripresa amatoriale riprodotta nel pc con un cellulare si rivela chiaro lo sdoppiamento totale di campi e di livelli a cui sono sottoposti tutti i segni filmici. “The perfect murder, except for videos” si diceva in uno degli ultimi capolavori di Brian De Palma, Passion. Anche qui i video – ma anche le chat – sono rivelatrici di segreti che una volta scoperti non snodano la matassa, ma portano alla luce le più insidiose contraddizioni di personaggi ambigui e per sempre sconosciuti. Un fascino invisibile tutto “sottotestuale” quello di Egoyan, che qui lavora letteralmente per sottrazioni e rimossi creando una narrazione per poi smentirla, capovolgerla e ridistribuirla cronologicamente. Senza cervellotici girotondi, ma semplicemente con i tempi giusti e con il montaggio giusto. Si riscopre dunque, con Guest of Honour – probabilmente fra i titoli più incompresi di Venezia 76 – un regista che è come se si trovasse ai suoi tempi d’oro, ma non vuole dirlo a nessuno.

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