Regia di Vittorio Cottafavi vedi scheda film
Alla fine della seconda guerra mondiale alcuni gerarchi nazisti riescono a fuggire e far perdere le proprie tracce. Fra questi Adolf Eichmann, principale responsabile dello sterminio degli ebrei. L'ebreo Simon Wiesenthal, sopravvissuto ai lager, si mette alla ricerca di Eichmann: occorreranno 15 anni, ma troverà la verità.
Pur col beneficio del dubbio, questo dovrebbe essere l’unico ‘originale televisivo’ mai girato da Vittorio Cottafavi; ciò che invece è certo è che il prolifico regista modenese diresse per la Rai in quasi un quarto di secolo una folta lista di titoli, quasi sempre trasposizioni di opere letterarie o testi teatrali. Qui mette in scena un copione firmato da Piero Campolunghi (il suo primo e ultimo, peraltro) dall’alto valore civile e, va riconosciuto, interessante anche dal punto di vista della costruzione narrativa, che alterna scene di fiction a materiale documentario, di modo da confortare la ricostruzione storica con immagini concrete, reali. Se nel cast non compaiono nomi di immediata risonanza, escludendo Gianni Garko e Silvano Tranquilli in ruoli comunque marginali (fra gli altri: Vincenzo De Toma, Lucio Rama, Carlo Castellani, Greta Gonda, Germano Longo, Glauco Onorato, con una particina per il giovane Gigi Proietti), si può però sottolineare che nessuno palesemente stona. Un’ora e mezza scarsa di durata, finalizzata alla messa in onda in una sola puntata; unico punto discutibile è la scelta di chiudere la pellicola con la cattura di Eichmann e non con la sua uccisione. 6/10.
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