Regia di David Miller vedi scheda film
Ardito melodrammone palpamiocardio privo di tatto e delicatezza. Estremamente materiale nel voler suscitar compassione a tutti i costi (il volto lacrimante della bambina, schiaffato di fronte alla mdp in un sinottico primo piano, è la prima di tante lubriche esagerazioni) ed assai grezzo quando vorrebbe (forse) puntare il dito(ne) contro il cinismo di coloro che sfruttano, con astuzie da show business (rappresentate con occhio memore delle intuizioni wellesiane?!), disgrazie o volontà filantropiche altrui per il proprio tornaconto. Ne abusa anche l’irremissibile regista, con gli additivi di una morbosa violenza carnale ed una irrisolta relazione sentimentale per allungare il brodo ignaro però dall’aver già strabordato. Troppo marchiano per risultare toccante.
Oltre alla caratteristica distinta presenza, ha l'opportunità di sfoggiare una latente e turpe seconda natura. Una minima variante che ridesta almeno l'interesse per un'interpretazione altrimenti viziata dai soliti cliché.
Il suo grande temperamento drammatico sciupato per una squagliante particina scaldacuori. Manifestamente scettica sull'operazione.
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