Regia di Wagner Moura vedi scheda film
Biografia di Carlos Marighella, attivista e terrorista di estrema sinistra, tra il 1964 e il 1969: dall'instaurazione della dittatura in Brasile fino alla morte del protagonista.
Nel 1964, con la complicità del governo statunitense, in Brasile viene instaurata una dittatura filofascista. Uno dei gruppi di sinistra a reagire in maniera più energica fu quello al cui capo stava l'ex deputato comunista Carlos Marighella; nel corso dei mesi tale gruppo divenne una vera e propria banda di terroristi che abbracciavano consapevolmente la criminalità nel nome del loro ideale di patria. Marighella usava travestimenti, complici insospettabili e trucchi di sicuro impatto, come quando diffuse il suo manifesto rivoluzionario piratando le comunicazioni radio nazionali; era un antieroe fascinoso e del tutto incapace di scendere a compromessi, caratteristiche che lo rendono eccellente come soggetto per un biopic. Ma naturalmente non c'è solo l'uomo qui: ci sono le idee che gli sopravvivono, la sua morale che non può essere dimenticata, né tantomeno sepolta con lui. Il film è intriso di tale retorica, talvolta in maniera perfino eccessiva, e probabilmente la prima pecca del lavoro sta nella scrittura (sceneggiatura di Felipe Braga e del regista Wagner Moura, da un libro biografico di Mario Magalhaes) che taglia con l'accetta i personaggi e restituisce allo spettatore una serie di situazioni ampiamente dicotomiche, con buoni e cattivi a contendersi la scena in maniera spesso ampiamente prevedibile. Anche una certa spettacolarizzazione della violenza può disturbare (o annoiare, a seconda dei gusti e delle abitudini): una lunga parte della narrazione, nella seconda parte della pellicola, è dedicata allo sterminio della banda di Marighella, senza lesinare i dettagli sui vari agguati e le varie carneficine. Buonissima la prova di Seu Jorge, musicista e attore, attorno a cui ruota un cast piacevolmente assortito; Moura, già alle spalle una discreta carriera davanti alla macchina da presa, esordisce con questo titolo dietro alla stessa. Durata abbastanza impegnativa: quasi 160 minuti; inevitabilmente il film è stato osteggiato e censurato dal presidente del Brasile Bolsonaro, non esattamente schierato a sinistra. 5,5/10.
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