Regia di Aurelio Grimaldi vedi scheda film
Attenzione, massaie! Se il vostro macellaio somiglia pericolosamente a Gene Gnocchi (solo un po' più peloso), appende in negozio teste di coniglio sanguinanti e le vostre vicine sono solite fargli visita fuori dall'orario di lavoro, trattenendosi nella cella frigorifera gemendo e urlacchiando in sua compagnia, state alla larga da quest'uomo: vuole farvi all'amore. Mamma mia! Ma perchè mai Aurelio Grimaldi, stimato da pubblico e critica dopo aver scritto Mery per sempre e Ragazzi fuori ed aver diretto Le buttane (invitato a Cannes) e Nerolio (da Petrolio di Pasolini), si sarà infilato in questo tunnel senza uscita? Un film (blandamente) erotico di nessun profilo psicologico con protagonisti la Parietti (una donna di cui nessuno, al 2010, ha ancora compreso la professione) ed un energumeno serbo dalla monoespressione facciale, perennemente sintonizzata sul tono di chi sta pensando "Ma cosa sta succedendo qui? Ce l'hanno con me?". Semplicemente vergognosa la prestazione della protagonista, una persona che con il cinema ha a che fare quanto un rinoceronte può trovarsi a suo agio a camminare sulle uova; due labbra strappate al porno ed un paio di plasticose zinne non bastano purtroppo a farne un'attrice drammatica. Passo falso per Grimaldi come sceneggiatore e come regista, questo Macellaio è immediatamente finito nel calderone del trash italico, collocazione d'altronde indiscutibile. 1,5/10.
Insoddisfatta dal marito, una donna si concede al bruto e nerboruto macellaio.
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