Regia di Gavin O'Connor vedi scheda film
Affleck in forma al servizio del drammaturgo O'Connor. Il risultato è gradevole!
Jack Cunningham ( Ben Affleck), ex promessa del basket , ora tira a campare come carpentiere affogando le proprie disgrazie in ettolitri di birra ( speriamo almeno che sia doppio malto). La vita gli concederà un occasione per rimettersi in carreggiata: allenare una squadra di basket per i campionati giovanili.
O'Connor , dopo "The Accountant" sceglie ancora Ben Affleck per inscenare il dramma di un uomo comune, a cui la vita non ha fatto nessuno sconto. E l'attore nei panni dell'allenatore sboccato che combatte contro la dipendenza da alcol funziona benissimo, vuoi perché la maturazione dell'attore si palesa film dopo film, vuoi perché il ruolo è praticamente biografico ( Affleck ha combattuto per anni contro l'alcolismo).
Il film non spiattella nulla di nuovo sotto il sole, però è mediamente compatto nella narrazione, che segue con un occhio le disgrazie del protagonista e con l'altro le vicende sportive della squadra, senza perdere equilibrio a favore di una delle due. Ben costruito anche il rapporto tra Jack e la moglie, che chiarisce con empatia ma senza eccessi di retorica il risvolto che è la chiave/ causa dell'essere del protagonista e del film stesso.
Il regista si concede un paio di pezzi di bravura durante le partite , con la camera a bordo campo schiantata in faccia al nervoso Affleck, ed un ralenty di rara potenza emotiva. E poi un finale di magistrale bellezza, per nulla consolatorio, capace di racchiudere il senso del film, un gesto catartico di pace tra l'uomo e la pallacanestro di rara poesia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta