Regia di Ronald Neame vedi scheda film
Uscito lo stesso anno di Come rubare un milione di dollari e vivere felici, pochi mesi dopo, ma non so quale è stato progettato prima; certamente le analogie sono troppe per essere casuali. Il furto di una statua protetta in modo simile, che sembra il ritratto della donna che partecipa al furto (qui McLaine, là Hepburn), quella un falso, questa anche, ma con l’originale autentico nascosto in una cassaforte e recuperato dal ladro che però non lo ruba e si limita a nasconderlo; finale ambiguo in cui il falsario costretto all’onestà riprende subito i suoi traffici disonesti.
Il confronto va a svantaggio di questo per molti aspetti: una storia più confusa, l’attrice che recita, secondo copione, come una maschera impassibile; l’ambientazione molto più banale, da cartolina, con qualche caduta a parer mio ingiustificabile, come i ballerini spagnoli per una festa tradizionale in una città araba. Questo cerca, e talvolta ottiene, di creare tensione nello spettatore durante il furto, mentre l’altro attenua sistematicamente ogni tensione con l’ironia di situazioni assurde o con gli sguardi e gli atteggiamenti dei due protagonisti. Questo ha un punto, a gusto mio, a favore: il gioco fra la progettazione del piano e la sua realizzazione… su cui non dico altro per non guastarne l’effetto a chi non l’ha ancora visto…
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