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Love Trilogy: Chained

Regia di Yaron Shani vedi scheda film

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La recensione su Love Trilogy: Chained

di alan smithee
5 stelle

CINEMA OLTRECONFINE
Rafi è un poliziotto di prima linea, impegnato spesso nelle missioni più rischiose che lo espongono in prima persona a rischi e a traumi sia fisici che psicologici. La situazione di violenza a cui sono spesso sottoposti i minori, si scontra con il desiderio impellente dell'uomo di riuscire ad avere un bambino dalla sua compagna, Avigail, che per questo si è sottoposta ad un inteso trattamento di fertilità.
Se da una lato la compagna, scopertasi finalmente incinta, deve affrontare un rischio legato al feto che porta in grembo dopo molte fatiche, dall'altro Rafi deve gestire il suo rapporto tormentato con la figliastra ormai tardo adolescente e ribelle Yasmine.
La già complicata situazione per il poliziotto si complicherà ulteriormente quando, a seguito di una retata dell'uomo ai danni di due spacciatori adolescenti, l'uomo verrà accusato di molestia sessuale nei confronti di uno di essi, perquisito dal poliziotto in quanto ritrovato in possesso di sostanze stupefacenti.

Secondo film di una trilogia sull'amore contrastato che il regista israeliano dell'ottimo Ajami, Yaron Shani, ha dedicato alla sua città e al suo paese, Chained utilizza anche stavolta, dopo il precedente Stripped visto ad Orizzonti in Laguna nel 2018, un cast di non attori che il regista incalza ad improvvisare, non volendo scientemente farli assistere da una sceneggiatura che non sia un semplice canovaccio.
Circostanza che diviene da un lato un curioso aneddoto di cinema, garante di una efficace prospettiva realistica, ma anche un limite ad un film che avrebbe reso drammaticamente forse in modo più incisivo, qualora sorretto da un apporto recitativo più consono alla circostanza.
Il film appare più riuscito del precedente, e sicuramente più interessante che riuscito, risultando anche stavolta piuttosto fastidiosa quella autocensura che già rendeva Stripped piuttosto insostenibile, finendo per applicare disarmanti veli di pudore a situazioni e rapporti sessuali tra i protagonisti. 

Qui la medesima forma di censura avviene nei confronti delle scene violente, mostrate all'apice del loro risultato, ma coperte da questo velo di falso pudore francamente piuttosto disarmante.
La storia, forte e altamente drammatica, procede un po' come una parabola sui destini del protagonista e dei suoi cari, finendo per risultare un po' eccessiva e costruita, per quanto tutt'altro che avulsa dalla realtà dei fatti totalmente plausibile.  
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