Trama
Dafne è una trentenne portatrice di sindrome di Down, esuberante e trascinatrice, che sa organizzare da sola la sua vita ma vive ancora insieme ai genitori, Luigi e Maria. Quando Maria muore all'improvviso, gli equilibri familiari vanno in frantumi. Luigi sprofonda nella depressione, tormentato dall'ossessione di lasciare sola la figlia quando anche lui se ne andrà. Dafne, invece, grazie anche al lavoro e agli amici di una vita, affronta il lutto con l'incoscienza di una bambina e il coraggio di una giovane donna, e tenta invano di scuotere il padre. Finché un giorno accade qualcosa di inaspettato: insieme decidono di affrontare un trekking in montagna, diretti al paese natale di Maria. Lungo il cammino, scopriranno molte cose l'uno dell'altra e impareranno entrambi a superare i propri limiti.
Approfondimento
DAFNE: SUPERARE UN DOLORE
Diretto e sceneggiato da Federico Bondi, Dafne racconta la storia di Dafne, una trentacinquenne che ama il suo lavoro, ha molti amici e colleghi che le vogliono teneramente bene, è affetta dalla sindrome di Down e vive con i genitori Luigi e Maria. Quando Maria all'improvviso muore, l'equilibrio della famiglia va letteralmente in frantumi: Dafne non è solo costretta a far fronte alla perdita ma anche a sopportare Luigi, caduto in depressione. Grazie all'affetto di chi le vuole bene, al suo coraggio e alla consapevolezza di sé, Dafne trova la forza di reagire e di scuotere il padre. Insieme, decideranno di partire per un'escursione tra le montagne diretti verso il luogo in cui Maria è nata. Lungo il percorso, guardando al futuro, scopriranno molte cose l'uno dell'altra che ancora non conoscevano.
Con la direzione della fotografia di Piero Basso, le scenografie di Alessandra Mura e Cristina Del Zotto, i costumi di Massimo Cantini Parrini e le musiche di Saverio Lanza, Dafne viene così raccontato dal regista: "Un giorno, qualche anno fa, vidi alla fermata dell'autobus un padre anziano e una figlia con la sindrome di Down che si tenevano per mano. Fermi, in piedi, tra il via vai di macchine e passanti mi apparvero come degli eroi, due sopravvissuti. Dafne nasce da questa immagine-emozione, la scintilla che mi ha spinto ad approfondire. Sono entrato con curiosità in un mondo che non conoscevo, finché ho avuto la fortuna di incontrare Carolina Raspanti, l'attrice protagonista, con cui è nata un'amicizia fondamentale non solo per il film ma anche per la mia vita. Sul set, la sua presenza è stata fonte di ispirazione per tutti noi: Carolina non si è fatta abbattere dalla sua diversità ma la ha accettata e vi convive con serenità".
"Mentre il mondo di oggi ci "costringe" a essere sempre efficienti e a superare il dolore emotivo in un batter d'occhio (esiste anche una pillola per il lutto!), Dafne/Carolina ci ricorda di accettare le situazioni in cui ci troviamo e di viverle al massimo", ha proseguito Bondi. "La perdita improvvisa della madre segna un punto di non ritorno nella vita di Dafne, dal momento che deve affrontare sia i suoi problemi sia quelli del padre. Dai loro complementari bisogni, in un momento così drammatico e doloroso, si evolve la relazione tra padre e figlia, offrendo un'opportunità a entrambi. Dafne è quindi la storia di un "superamento", della volontà ottimista di superare le difficoltà. Il mio scopo è quello di invitare lo spettatore a lasciarsi alle spalle i rigidi atteggiamenti di pregiudizio, paura, in certi casi orrore o più spesso compassione, nei confronti di coloro che definiamo "diversi". Carolina ci mostra quello che credo sia il giusto atteggiamento da adottare attraverso la sua ironia (che è il punto di forza della sua personalità, dal momento che il suo umore è imprevedibile) e la sua grande serietà: per lei, la vita è una sfida da affrontare senza paura".
"Mescolando i generi - ha concluso il regista - e senza usare mai la disabilità per divertire, Dafne è una commedia drammatica o, meglio, un dramma raccontato attraverso la commedia, in grado di far al contempo ridere e piangere lo spettatore. In Italia vi sono quasi 40 mila persone con la sindrome di Down. Non si tratta di una malattia ma di una condizione genetica che fa vivere le persone con un cromosoma in più per tutta la vita. Tuttavia, ogni individuo con la sindrome di Down è unico, proprio come chiunque altro. Carolina è Dafne: non è stata Carolina che ha dovuto adattarsi al film (non ha letto nemmeno una pagina di sceneggiatura) ma è stato il film che si è adattato a lei. Potevo "tradire" la sceneggiatura originale ma non la fiducia che Carolina mi ha concesso".
Il cast
A dirigere Dafne è Federico Bondi, regista e sceneggiatore italiano. Nato a Firenze nel 1975, Bondi si è laureato in Storia e Critica del Cinema e nel 2008 ha debuttato nel lungometraggio con Mar Nero, in concorso al 61° Festival di Locarno (dove vince il Pardo d'oro alla migliore interprete femminile, il Premio… Vedi tutto
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Commenti (2) vedi tutti
Un film singolare che all'inizio ti disorienta. Ma la protagonista è così coinvolgente che alla fine, nonostante il ritmo lento, la quasi completa assenza di colonna sonora, la trama semplice, ti conquista.
commento di Artemisia1593E’ un cammino di scoperta e di rinascita, lontani da pietismo, buoni sentimenti e piagnistei, si sorride spesso, si aprono finestre per arieggiare la casa umida e buia, la vita continua e c’è anche modo di sentirla respirare.Nel vento, nei colori, negli odori, nell’aria racchiusa in un palloncino, nel poco che resta.
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