Regia di Youssef Chahine vedi scheda film
Un regista che ho scoperto da poco, ma questo film è basilare per amarlo e magari capirlo meglio, nel senso culturale. Si perché il metro che noi usiamo per affrontare tematiche e culture diverse, spesso, non è armato sufficientemente, cioè non è informato, adeguatamente. Certo devo fare dei distingui , per esempio sul tipo di recitazione femminile, molto manierata, mentre quella maschile è più dosata e meglio usata, frutto senz’altro, appunto, di motivi culturali. Qui il regista affronta argomenti importanti, che denotano delle differenze forti che esistono nel mondo mussulmano, che ha suo modo riesce a fare dei distinguo e che portano efficacemente a quelli che sono i veri principi religiosi e filosofici. Un argomento, che in momenti come questi, ci fa riflettere che nella cultura presa in considerazione ci sono dei pensieri liberi e che in un certo senso riprende l’argomento di Eco con In Nome della Rosa, e cioè proteggersi dal mondo di oscurantismo che certa parte politica cerca di intraprendere. Un’idea di cinema a noi, penso sconosciuta e malamente distribuita, da noi il film è stato dato in lingua originale, con sottotitoli e quindi escluso dalla distribuzione normale, e dalle notizie che ho potuto avere è stato anche il primo che ha avuto un suo approccio nel nostro paese ..quindi parlando di oscurantismo se ne può trarre le conseguenze. Questo appunto ci dovrebbe far riflettere su quello che è la nostra idea di mondo islamico, falsato dalla disinformazione
una storia che ci porta in un terreno minato, per il mondo che affronta
una bella e temeraria idea di regia
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