Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
Bel surrogato degli anni 90. 7/8 COINVOLGENTE
Che bello rivedere oggi Will Hunting, perdendosi nei ricordi, ma anche giudicando a posteriori questo titolo a suo modo 'storico' per l'ingresso nello show-business di serie A del duo Affleck/Damon e dell'eroe indie Van Sant (Da Morire era stato un aperitivo...). Tante candidature Oscar ma solo due statuette (era l'anno di Titanic, L.A Confidential, Qualcosa è Cambiato) allo script e a Williams, sugellarono l'ennesimo successo Miramax e l'evoluzione del giro produttivo a Hollywwod aperto sempre più alle fusioni mainstream (capitali e capacità tecniche) e underground (idee). Questo titolo ne è uno degli esempi meglio riusciti, esibendo la freschezza e la libertà indipendente di una bella storia di riscatto con personaggi indimenticabili, senza aver paura dell'happy end (?) per credere ancora romanticamente al 'sogno' contrapposto all'omologazione sociale. Will è al centro di un quadrato emozionale intensissimo: amore, amicizia, società ed ego trovando negli incontri/scontri con Williams il perno esistenziale per placare la sua tempesta interiore. Comunque a distanza di vent'anni non riesco ancora a non innamorarmi di Minnie Driver e a non piangere su quel: "Non è colpa tua, non è colpa tua, non è colpa tua"...
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