Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
«The outcome of the movie is fairly predictable; so is the whole story, really. It's the individual moments, not the payoff, that make it so effective». Così scriveva il critico Roger Ebert e io mi trovo d'accordo con le sue parole. L'essenza del film è riconducibile a una sequenza di momenti e di aforismi. Quelli che restano impressi completata la visione. Quelli che rimangono nel cuore. Quelli che ci si ricorda ogniqualvolta la nostra attenzione rincontra il titolo e dunque vi ripensa.
Credo non esista una sintesi migliore di quella costituita da una parola comune, sceneggiatura, e da un nome proprio di persona, Robin Williams. Non a caso entrambi premiati con l'Academy Award. Non è un mistero che l'eclettico e straordinario attore (ormai purtroppo già compianto) surclassi qualsiasi altro, in primo luogo i due protagonisti. D'altro canto pure Minnie Driver riesce a convincere assai più di loro, secondo me; intendo dei due amici Matt Damon e Ben Affleck, i quali almeno si riscattano per essere al tempo stesso le menti dietro al copione. In queste inedite vesti di autori all'esordio, per l'appunto, ci sorprendono e ci deliziano. In virtù della completa dominanza della parola e del discorso su ogni possibile elemento narrativo presente nell'opera, sia esso l'immagine o la colonna sonora, il frutto del loro lavoro gode di un'ulteriore enfasi ad amplificarne le positive conseguenze. Il fatto che abbia resistito a tale sovraesposizione è solo uno degli indici aggiuntivi da cui evincere le prove delle sue qualità.
Non è un capolavoro, ma il tempo lo ha eletto fra i classici. Non è indimenticabile, ma si lascia rivedere spesso senza problemi. Non è il migliore del suo genere, ma esiste senza dubbio di peggio.
Nei quartieri poveri a sud di Boston, Will Hunting, di vent'anni, vive in modo precario e disordinato insieme ad alcuni amici teppisti e guadagna qualcosa lavorando come inserviente nel dipartimento di matematica del famoso MIT. Tra una chiacchiera e l'altra, Will esibisce improvvise citazioni storiche e risolve senza fatica un problema di matematica che sembrava impossibile. Tutto ciò attira l'attenzione del prof. Lambeau, che comincia a seguire Will e decide di affidarlo a Sean Maguire, uno psicologo che era uno dei suoi vecchi compagni di università.
A suo agio con l'abbondanza di parti dialogate.
Will Hunting. Buono.
Dottor Sean Maguire. Ottimo.
Chuckie Sullivan. Discreto.
Professor Gerald Lambeau. Sufficiente.
Skylar. Distinta.
Morgan O'Mally. Sufficiente.
Senza infamia e senza lode, non sono musiche di punta per Danny Elfman.
Non saprei. Forse nulla, perché si riguarda sempre volentieri.
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