Regia di Riccardo Donna vedi scheda film
L’intensa e difficile vita di Mia Martini, fra successi e disperazioni, cadute e occasioni per rialzarsi.
A 24 anni dalla scomparsa di Mia Martini (1995), prematura e inaspettata, ecco una fiction – targata Rai – per celebrarla. Un lavoro indiscutibilmente realizzato con affetto e senza scadere nell’agiografico, che racconta pregi e difetti di un’artista sempre, e troppo, in discussione, soprattutto da parte di sé stessa; tormentata e fragile, ma capace di lasciare il segno sia con la sua personalità che, per il grande pubblico, con una voce indimenticabile. Serena Rossi è chiamata a impersonarla sullo schermo: scelta che si rivela positiva, anche per le apprezzabili doti canore che sfoggia nel reinterpretare i più celebri pezzi della Martini (certo, inarrivabile l’originale); al suo fianco compaiono Lucia Mascino, Edoardo Pesce, Dajana Roncione, Corrado Invernizzi, Francesca Turrini e infine Maurizio Lastrico nel ruolo di Andrea, immaginario partner di una burrascosa relazione con la cantante che corrisponde nella realtà dei fatti a Ivano Fossati, che però non ha voluto avere nulla a che fare con il film. Cento canonici minuti di durata, una confezione patinata a sufficienza, ma non sempre convincente, specie nelle approssimative ricostruzioni degli ambienti e dei costumi degli anni Sessanta-settanta-ottanta; sceneggiatura di Monica Rametta, con la consulenza di due delle tre sorelle di Mia: Olivia e Loredana Bertè. 4/10.
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