Regia di Richard Fleischer vedi scheda film
Nei primi anni ’60, a Boston, un serial killer fa strage di donne sole penetrando nei loro appartamenti con una scusa. Il film è ispirato alla vera storia di Albert DeSalvo, pur prendendosi qualche libertà. Solida e godibile la prima parte, dove si assiste al terrore seminato da un uomo senza volto e alle indagini nei sordidi ambienti frequentati da guardoni, maniaci e disturbatori telefonici; c’è anche una parentesi leggera, con un presunto sensitivo che parla come il professor Kranz. Intorno alla metà entra in scena Tony Curtis (di cui, fino ad allora, si erano viste solo le gambe e si era sentita la voce fuori campo) mentre assiste in tv ai funerali di Kennedy: poco dopo viene catturato, e da quel momento il caso poliziesco diventa un caso clinico (uno sdoppiamento di personalità), scompaiono i comprimari della polizia, la storia diventa un faccia a faccia tra Fonda e Curtis, il ritmo si fa più blando e il risultato ne risente. Da segnalare l’uso pirotecnico dello split screen, che spesso viene usato per mostrare il dentro e il fuori di una stanza ma che in certi momenti può arrivare fino a 5 inquadrature diverse.
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