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Babylon

Regia di Guido Chiesa vedi scheda film

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La recensione su Babylon

di mm40
6 stelle

Torino. Una coppia va in crisi quando lei, negli Usa per lavoro, intreccia una relazione con un americano. Lui, intriso di ideologia sinistrorsa, divide nettamente il mondo in giusto o sbagliato: naturalmente la donna è ora nella parte dell’errore. Quando l’americano sbarca in Italia, la situazione degenera.

 

Secondo lungometraggio di Guido Chiesa, a tre anni di distanza dal buonissimo esordio con Il caso Martello (1991), questo Babylon – La paura è la migliore amica dell’uomo era partito, per ammissione dello stesso regista, come un gioco o poco più, un esercizio, una divagazione, finendo con l’essere un vero e proprio film. E che film, dati i presupposti: modestissimo budget, tempo di riprese irrisorio (meno di tre settimane), nessun nome di primo piano sul cartellone; a ciò si aggiunga inoltre una distribuzione sostanzialmente azzerata, tant’è che a un quarto di secolo dalla sua uscita, Babylon è reperibile online soltanto grazie alla diffusione operata, sul suo canale Youtube, da Chiesa. Quest’ultimo è anche sceneggiatore insieme ad Antonio Leotti: se la storia tarda a decollare, le scelte di fotografia (Gherardo Gossi) e montaggio (Anna Napoli) aiutano a mantenere saldo il ritmo del lavoro; non mancano poi i temi principali del cinema del regista (la memoria, il perdono, l’impegno morale e, naturalmente, l’ideologia) e un finale in voce off che si fa ricordare: “Tu continui ad andare avanti, ogni volta illudendoti di essere arrivato. Ma se tu potessi veramente fermarti ti renderesti conto che c’è solo una lettera che distingue il caso dal caos. E invece tu continui ad andare avanti dicendoti ‘Ancora una volta. Una volta ancora. Solo una volta. Per un’ultima volta’…”. Paolo Lorimer, Valeria Milillo, Bill Sage e Sophie Bernhard sono i quattro protagonisti centrali; altro ruolo predominante è quello delle musiche, con brani di Marlene Kuntz, Almamegretta, Casino Royale, Africa Unite, 99 posse e svariate band Usa sotto etichetta Sub Pop (il leggendario marchio a cui è indelebilmente legato il movimento grunge, da Nirvana a Soundgarden e via dicendo) fra le quali Mudhoney e Tad: idea che, nel 1994, dice tutto sulla vista lunga di Chiesa in campo di musica rock. 6/10.

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