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Ouija Seance: The Final Game

Regia di Andrea Mugnaini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Ouija Seance: The Final Game

di undying
6 stelle

Horror italiano (addirittura toscano) nato e concepito per il mercato internazionale. Apocrifo della celebre serie con tavolette ouija, si distingue per una impostazione psicologica predominante, in grado di non far pesare l'assenza di effetti speciali o -spesso inutili- jump scares prodotti da botti sonori.

 

locandina

Ouija Seance: The Final Game (2018): locandina

 

Sarah (Katharina Sporrer), prima di lasciare Firenze per riprendere gli studi, decide di passare qualche giorno nella campagna toscana, in una baita isolata ereditata dalla nonna. Assieme agli amici Rico (Gianfranco Quero), Guillame (Alan Cappelli Goetz) e Barbara (Holly Louise Mumford) raggiunge villa Teresa, méta predestinata. L'incontro con un anziano vicino che si è preso cura del luogo non è dei migliori, dato che l'uomo invita il gruppo ad abbandonare immediatamente la casa. In seguito, la scoperta di un passaggio segreto svela a Sarah come la madre (suicidatasi quando lei aveva solo tre anni) avesse dimestichezza con pratiche esoteriche. Pozioni, filtri e una antica tavoletta ouija: sono solo alcuni degli oggetti celati in un luogo segreto che attira inevitabilmente la curiosità dei ragazzi. 

 

scena

Ouija Seance: The Final Game (2018): scena

 

Andrea Mugnaini esordisce dietro la macchina da presa nel 2010 con Non c'è tempo per gli eroi, dramma giovanile girato e ambientato a Firenze. Poi, nel 2014, si trova in veste di attore sul set di un film internazionale (di nuovo girato in toscana) The face of an Angel, diretto da Michael Winterbottom. Nel 2018, alla seconda regia, guarda al genere horror, in quell'anno rappresentato a livello internazionale dalla serie Oujia. Produce e dirige quindi questo apocrifo che, come spesso accade, supera per risultato i blockbuster (multimilionari) originali. Con un budget risicato, gira l'incipit in centro a Firenze, per poi spostare l'azione in una suggestiva baita di campagna.

 

scena

Ouija Seance: The Final Game (2018): scena

 

Forse per necessità economiche, Ouija seance punta molto all'atmosfera e al coinvolgimento psicologico dei protagonisti, evitando surreali effetti speciali ed eclatanti manifestazioni spiritiche. Questa impostazione, tradita solo concettualmente nelle sequenze finali, contribuisce a rendere più interessante il girato che può contare su una bella fotografia, una buona soundtrack e attori in grado di sostenere con buon mestiere il ruolo. Ne esce un horror d'atmosfera che ricorda in parte alcune produzione di Pupi Avati (Dove comincia la notte in particolare), calato in un contesto ambientale contraddittorio (la splendida location dell'entroterra toscano), pertanto coinvolgente. Mugnaini gira in inglese e riesce a distribuire il film prima in alcune sale americane, quindi in streaming per poi uscire direttamente in home video. Restando inedito proprio in Italia. Queste scelte produttive, tipiche dei nuovi registi di film horror (ad esempio Shanda's river, La casa degli assassini o i film di De Santi e Ivan Zuccon), danno la giusta misura di come, in Italia, il mercato cinematografico sia dominato da regole e generi limitanti (importazione di mainstream, spesso action americani, o commedie nostrane), alle quali nemmeno con prodotti horror o thriller di qualità si riesce a sfuggire.

 

scena

Ouija Seance: The Final Game (2018): scena

 

"Fantasma. Espressione materiale e visibile di una paura interiore." (Ambrose Bierce)

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