Regia di Domenico Paolella vedi scheda film
Se già Mogli pericolose, girato due anni prima da Luigi Comencini, era un lavoruccio di scarso appeal, imbastito come una sorta di raccolta di barzellette su vizi (tantissimi) e virtù (pochissime) del maschio italico medio, questo Madri pericolose giunge ancor più in ritardo e con un retrogusto di già visto, di stantio ben evidente. Questa volta il copione firmato da Sandro Continenza, Sergio Sollima e dal regista Domenico Paolella va a ironizzare sul rapporto madre-figlia (e futuro genero), ma lo fa con toni tanto blandi e leggerini da non corrispondere a quelli contemporanei, a quelli di un'Italia 'svezzata' dalla ricostruzione e dal boom economico in corso. La pellicola rappresenta inoltre l'occasione per portare sul grande schermo due stelle del panorama televisivo (Delia Scala) e canoro (Mina), che se la cavano discretamente, ben circondate da buoni o ottimi caratteristi: Ave Ninchi, Riccardo Billi, Nando Bruno, Luisa Rivelli, Gabriele Tinti, Walter Santesso e, soprattutto, Riccardo Garrone, che riveste il doppio ruolo di personaggio di una delle storie e di narratore esterno. Paolella, esperto di film musicali dell'epoca (proto-musicarelli, sostanzialmente), inserisce doverosamente, nel bel mezzo della narrazione, anche qualche esibizione di Mina. 3/10.
Alcune ragazze in cerca di marito vengono indirizzate dalle madri, attente a combinare il matrimonio più conveniente. Che, chiaramente, non è mai quello che interessa alle figlie.
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