Regia di Rian Johnson vedi scheda film
Il famoso e facoltoso scrittore di gialli Harlan Thrombey, proprietario anche di una propria casa editice e patriarca ormai ottuagenario di una numerosa quanto bizzarra famiglia allargata, è morto.
Tutto sembra dimostrarne il suicidio ma la richiesta anonima al famoso investigatore privato Benoit Blanc di indagare sulla sua dipartita porterà a galla una realtà completamente diversa.
Rivisitazione e moderno omaggio ai classici “whodunit” vecchi stampo alla Agatha Christie, ovvero ai romanzi gialli deduttivi incentrati sulla scoperta del colpevole (o dei colpevoli) di un misterioso omicidio e di cui il brillantissimo investigatore di turno, accompagnando con mano il lettore, riesce a ricostruirne tutti gli aspetti, anche i più incredibili, Knives Out (titolo originale decisamente più calzante ma anche più esplicito sulla natura divertita e/o ironica della pellicola, che può essere tradotto come “fuori i coltelli!”) è l’ultimo lavoro del regista Rian Johnson che in questo caso trova l’occasione di divertirsi e, al contempo, di divertire il suo pubblico aggiornando un genere ormai demodé come il murder mystery (in realtà recentemente ci sarebbe anche Assassinio sull’Orient Express di Kenneth Branagh tratto proprio da uno dei romanzi più famosi di Agatha Christie ma, pensiero personale, invece di un omaggio a quel preciso genere narrativo ne banalizza i maggiori elementi, tradendoli invece e/o trasfigurandoli secondo una presunta e ostentata attualità) ma conservandone comunque i canoni principipali e, al contrario, giocando con loro e adattandole, con profitto, a una propria personalissima visione.
In fondo fin dagli esordi Johnson ha dimostrato come la sua maggiore qualità sia proprio quella di prendere generi ben difiniti, come la fantascienza e i viaggi nel tempo in Looper ad esempio, e pur rispettandone le regole principali di ribaltarne le aspettative nel tentativo di creare qualcosa di nuovo e che possa portare a qualcosa di inaspettato se non addirittura di unico.
Se questo si è rivelato un problema con Star Wars causa la canonicità anche eccessiva di parte del suo pubblico diciamo più pigro, in questo caso invece questa sua capacità di sorprende e spiazzare gioca completamente a suo favore anche grazie a una sceneggiatura, di cui è anche autore, eccezionale non tanto per quanto rivoluzionaria o sorprendente ma proprio per come ne rinnova le regola o di come gioca con esse, rabaltandone gli esiti o le aspettative, oltre alla cura dedicata alla caratterizzazione di tutti i numerosi personaggi, e in questo in realtà un enorme contributo viene dato anche da quanti chiamati a interpretarne i ruoli.
Oltre a tutto questo anche un comparto tecnico assolutamente di primordine, a partire dalla scenografia, curatissima, e dalla fotografia, a cui aggiungere una regia elegante, con sequenze ben studiate e ottimamente costruite e realizzate, e a un montaggio sorprendente ed efficace, che riesce magnificamente a gestire ogni elemento e situazione nonostante i continui salti temporali che, anzi, finiscono invece per essere un ulteriore valore aggiunto della pellicola.
Come già detto un ulteriore apporto viene dato dal sorprendente cast che si è riuscito a riunire per questo film, cha va dal coriaceo Daniel Craig nel ruolo divertito di Benoit Blanc, novello Hercule Poirot, a Christopher Plummer passando per Chris Evans, Jamie Lee Curtis, Michael Shannon, Don Johnson, Toni Collette, Katherine Langford e altri ma a spiccare tra tutti, a sorpresa, e invece Ana De Armas nelle vesti della giovane infermiera Marta Cabrera, la vera protagonista della pellicola e primo ruolo importante per l’attrice cubana che si rivela assolutamente all’altezza dei suoi ben più noti colleghi.
Cit. "Quest'uomo viveva nel tabellone di Cluedo!"
VOTO: 7,5
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