Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Un produttore di cinema e un misterioso addetto a un osservatorio astronomico vivono immersi in un universo ipertecnologico ed esercitano, ognuno a modo suo, il potere dello sguardo; fra di loro in passato c’era stato un sottile legame, che una stuntwoman si incarica di ristabilire ma che sarà fatale a uno dei due. I film di Wenders, si sa, sono costantemente a rischio bufala. Rischio che è aumentato da quando il regista ci tiene a dimostrare a tutti i costi di saper realizzare un film come fanno gli americani: violenza fumettistica, complotti della CIA e il vecchio Sam Fuller piazzato in tinello a guardare la tv; c’è poi l’immancabile troupe cinematografica, che all’improvviso interrompe la lavorazione per mancanza di soldi come succedeva all’inizio di Lo stato delle cose. Il fatto è che, a furia di luoghi comuni esplicitamente esibiti come tali strizzando l’occhio allo spettatore per ottenerne la complicità, l’occhio finisce per restare ingrippato e noi restiamo a chiederci se c’è qualcosa oltre i luoghi comuni.
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