Regia di Paul Verhoeven vedi scheda film
Verhoeven usa i soliti ingredienti del suo cinema (ironia, sesso e violenza), ma cambia le dosi (abbondanti iniezioni d’ironia acida, un pizzico di sensualità e violenza in salsa splatter a go go), così da creare una ricetta inedita, ma inconfondibile. Il risultato è qualcosa di ben diverso da un film di fantascienza. L’elemento fantascientifico, certo, non manca, ma, come l’esoscheletro dei mega coleotteri sputafiamme del film, è solo - per quanto coriaceo - un involucro esterno che nasconde viscere di spudorata invettiva satirica (maso).
Questo, infatti, è Starship Troopers. Un apologo satirico sull’iter di formazione delle (future?) giovani patriottiche leve della razza umana (perché è evidente che fra qualche secolo l’umanità tutta sarà plasmata a immagine e somiglianza dell’attuale americano medio). Altro che film fascista o scemenze simili. Gli intermezzi pubblicitari propagandistici (che ci riportano ai tempi del cinegiornale Luce reinterpretato da Corrado Guzzanti) sono lì a dimostrarcelo. Solo “il Servizio (militare NdR) garantisce la cittadinanza!” Più chiaro di così…
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