A Irénée-les-Neiges, una piccola località isolata con una popolazione di soli 215 abitanti, Simon Dubé muore in un incidente d'auto. I concittadini, storditi, sono riluttanti a discutere delle circostanze della tragedia. Da quel momento in poi, per la famiglia Dubé e per il sindaco Smallwood e una manciata di altri, il tempo sembra perdere ogni significato e i giorni si allungano senza fine. Qualcosa discende lentamente in tutta la zona. In tale periodo di lutto e nebbia, inizia ad apparire gente sconosciuta. Chi sono? Cosa sta realmente accadendo?
La morte può arrivare a dare quel peso alla vita che non si è più capaci di dare. Sembra questo il senso narrativo di "Ghost Town Anthology", un film venato di mistero che avvolge gli abitanti di un piccolo paese canadese in una condizione di straniante attesa. Si ha paura per delle presenze che ritornano dal passato. I lutti che non danno tregua.
Un film davvero difficile da dimenticare in grado di ipnotizzare lo spettatore e di tenerlo inchiodato alla poltrona per tutta durata della pellicola. Il regista ha realizzato un film provocatorio che tematizza l'inconsistenza dell'esistenza e, al tempo stesso, del cinema. Concettuale e magnifico.
Noi siamo (i) vivi e voi siete (i) morti. Potranno e dovranno pur’anch’esser belli, quei luoghi, d’estate, ma l’altresì breve stagione che incendia la pelle e rende il cielo come dev’essere - ovvero portato in allucinante ed abbacinante bilico in abissale sprofondo fra l’indaco e l’ultravioletto dalla media aritmetica ponderata tra lo… leggi tutto
40 (e passa) BEI FILM MISCONOSCIUTI
A due anni dalla precedente capatina dalle parti della cinematografia ingiustamente ignorata, invece di allungare all’infinito…
Noi siamo (i) vivi e voi siete (i) morti. Potranno e dovranno pur’anch’esser belli, quei luoghi, d’estate, ma l’altresì breve stagione che incendia la pelle e rende il cielo come dev’essere - ovvero portato in allucinante ed abbacinante bilico in abissale sprofondo fra l’indaco e l’ultravioletto dalla media aritmetica ponderata tra lo…
Quando dimenticare già significa morire, e curarsi della morte vuol dire sottrarre la vita dalle pene dell'oblio. I corpi dei defunti stanno lì, immobili, e si fanno specchio della triste solitudine…
In Ghost Town Antology, Répertoire des villes disparues di Denis Coté, selezionato a Berlino 69, non esiste linea di demarcazione fra reale e surreale, la città fantasma e la città dei fantasmi coincidono.
Irénée-les-Neiges, piccolo centro minerario di 215 anime, è una città morta ora che la miniera è chiusa e…
La 69ma edizione del Festival di Berlino svela i suoi assi nella manica. Pochi minuti fa sono stati annunciati i film della sezione principale, suddivisi come sempre tra concorso e fuori concorso. Il titolo di apertura…
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Commenti (5) vedi tutti
La morte può arrivare a dare quel peso alla vita che non si è più capaci di dare. Sembra questo il senso narrativo di "Ghost Town Anthology", un film venato di mistero che avvolge gli abitanti di un piccolo paese canadese in una condizione di straniante attesa. Si ha paura per delle presenze che ritornano dal passato. I lutti che non danno tregua.
commento di Peppe ComuneDi distacchi, connessioni, commiati, ricongiungimenti, transizioni ed altre levitazioni.
leggi la recensione completa di mckAltro esempio di cinema recente inutile per contenuto e forma.
commento di kotrabQuando lo sguardo si fa indifferente e i morti diventano fantasmi senza voce né sepoltura, la stranezza si è insediata nella città.
leggi la recensione completa di yumeUn film davvero difficile da dimenticare in grado di ipnotizzare lo spettatore e di tenerlo inchiodato alla poltrona per tutta durata della pellicola. Il regista ha realizzato un film provocatorio che tematizza l'inconsistenza dell'esistenza e, al tempo stesso, del cinema. Concettuale e magnifico.
commento di (spopola) 1726792