Regia di Jon Watts vedi scheda film
Guardiamola così... se Spider-man Homecoming (2017) era come gustarsi un bicchiere di pipì e popò sciolta, con Spider-man Far From Home (2019) ci fermiamo alla pipì, sempre brutto, insignificante ed orribile rimane, ma almeno rispetto al precedente film qui nel mare del niente, un 10 minuti di roba potenzialmente interessante c'era, ovviamente se il tuo obiettivo è concepire sta roba come un episodio di una serie tv e alla regia c'è una nullità come Jon Watts che pensa solo all'assegno, allora il film brutto te lo vai cercando così come il buttare all'aria degli spinti gradevoli, che a fine film però a pensarci sembrano usciti più per puro culo o mero spettacolo, che per un ragionamento dietro la produzione del film.
Tutti ritornati a casa dopo la sconfitta di Thanos, cinque anni e non sentirli, d'altronde casualmente il titano con il guanto eliminando metà della popolazione dell'universo, aveva tolto di mezzo anche Peter Parker e tutti i suoi amici, professori e zia super-gnocca (che fortuita coincidenza...); quindi dopo la devastazione apocalittica, ritorniamo allo status quo e alla noiosa scuola... anzi no! Si và tutti in gita, dove vi chiederete? Di solito quando andavo al liceo si andava nei dintorni, ma ehi ragazzi, questi sono americani e loro fanno le cose in grande, via quindi i noiosi musei locali di New York o la statua della libertà, si và in gita in varie città d'arte europee, per la serie dove la devastazione non è giunta, ce la porta la sfiga di Peter Parker... grazie mille supereroi.
Su due ore, all'incirca poco più di metà delle pellicola è il nulla cosmico, assistiamo a questi adolescenti coglioni borghesi americani in gita qua e là per l'Europa a cominciare da Venezia (ma il ciccione filippino come si può permettere il giro in gondola che costa almeno 180 euro? I soldi del papi? Ma non è povero?), passando per Praga e terminare nella più classica ed inflazionata Londra, in tutto questo dobbiamo sorbirci la recitazione tremenda del duo Holland-Zendaya, che dovrebbero far sospirare il pubblico sui primi palpiti d'amore adolescenziali, solo che il personaggio di Peter Parker è devastato dalla tremenda scrittura degli sceneggiatori che evidentemente non conoscono nulla degli adolescenti (si la recitazione sua non aiuta), infarcendo il tutto di dialoghi ridicoli e gridolini che uccidono qualsiasi costruzione per giungere al romanticismo, mentre Michele Jones è conciata come una tossica finto alternativa, con l'appeal di un ferro da stiro e totalmente impedita nell'esprimere un qualsiasi cosa di lontanamente sentimentale (confrontate il tremendo bacio finale con quello presente in Sam Raimi nel primo Spider-man, non c'è proprio confronto con la tensione erotico-sessuale, eppure anche lì erano due liceali, quindi o in poco meno di 20 anni gli adolescenti sono cambiati, oppure Hollywood è sprofondata sempre in peggio e visto che alla produzione c'è la pudica e moralista Disney vince questa seconda opzione).
Venezia, Praga e Londra, ma alla fine è come se fossimo in una penosa commedia scolastica inframmezzata da un enorme quantitativo di action in mediocre CGI plasticosa, che pare di non essersi mossi dagli USA, perchè vedere questi mediocri americani devastare le millenaria città d'arte del vecchio continente come se stessero devastando le loro città dall'inesistente storia, fa girare molto le scatole. New York o Venezia (la città più bella del mondo per il sottoscritto) poco cambia per questi bifolchi, è tutto un crash boom, sbangt e crolli di palazzi e ponti (povero Rialto... secoli di storia devastati nel nome di una spettacolarità cafona), per una mera ricerca di scazzottate, con colpi ad effetto per cercare stupire, meravigliare ed ingannare il pubblico, ma la cosa avrebbe richiesto una mano più esperta in regia ed un uso degli effetti speciali dosato con molta più sapienza, perchè alla svolta di Mysterio (Jake Gyllehnall abbonato alle marchette ormai, sua sorella Maggie comparì in un cinecomics, con la differenza che il suo è oramai entrato nella leggenda, quello del fratello... lasciamo stare) non ci credi neanche per un secondo (solo poi Peter Parker poteva credere che fosse uno buono, noi spettatori avevamo capito tutto dal momento della presentazione), data la palese non credibilità della cosa anche per un cinecomics Marvel. Lo spettatore si lascia suggestionare dalla finzione, prendendo per vero cose false, eppure fino a quando vuole farsi inagannare? Questo è lo spunto più interessante dell'opera, ovviamente buttato lì e malamente gestito, però visto il risultato lusinghiero ai botteghini e le ottime critiche, direi che il pubblico pagante è messo molto ma molto peggio dei personaggi del film, di cui però bisogna sottolineare una nuova presa di posizione reazionaria contro gli scarti di Tony Stark, visto oramai come una leggenda senza lati oscuri (la colpa alla fine è dell'antagonista), oltre al fatto di risultare banale un nuovo villain praticamente creato dal miliardario playboy e che si avvale dei suoi strumenti, come se tutto fosse collegato (fastidiosi gli ammiccamenti ai film passati con i personaggi che fanno parte della banda di Mysterio, per il piacere onaista del nerd su come tutto sia collegato e programmato addirittura).
Gli stereotipi razzisti sugli europei si sprecano, tralasciando la tipologia di canzoni italiani malamente inserite nell'opera (oltre che sovrabbondanti), irrita l'ennesimo ritratto del vecchio continente visto come un luogo sostanzialmente arretrato a livello tecnologico (la campagna olandese) e fermo sostanzialmente agli anni 50' e 60', in pratica siamo ancora a Vacanze Romane (1953) o Tempo d'Estate (1955), per rimanere più in tema visto che tocchiamo anche Venezia, da sottolineare due cose mentre Zendaya cagneggia recitativamente alla stragrande durante la passeggiata per le calle della città lagunare, ella sostiene che noi italiani abbiamo inventato solo due cose; il caffè espresso (daje) ed una parola per dire tutto, Boh... vorrei far presente agli sceneggiatori del film che tale vocabolo è un'espressione pronunciata quando non sappiamo un qualcosa o in funzione dubitativa, quindi non è una parola che vuol dire tutto (imbarazzante per noi italiani quando assistiamo al suo uso verso il venditore ambulante di rose).
Le altri due cose interessanti del film sono relegate ovviamente nei titoli di coda, ma la reazione di Parker che fa il verso a quella del finale del primo film, lascia già presagire la profondità con cui verrà trattata la questione, quindi il giudizio sul film è Boh.
Vedete il ponte millenario di Rialto? Bene salutatelo, non è sopravvissuto neanche lui all'onda dei cinecomics Marvel.
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