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Spider-Man: Far From Home

Regia di Jon Watts vedi scheda film

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Marco Poggi

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La recensione su Spider-Man: Far From Home

di Marco Poggi
6 stelle

Commedia estiva per famiglie su un super-eroe in erba innamorato, che funziona più nella seconda parte che nella prima. Tom Holland è sì intelligente e timido, ma fin troppo alla Iron man; Zendaya non è né Kirsten Dunst, né Emma Stone, ma cerca di non sfigurare.

Dopo gli eventi epico.tragico-demennti del film "AVENGERS ENDGAME"  il giovane  Peter Parker va in gita in Europa (le tappe sono Venezia, Praga e Londra)  con i suoi compagni di scuola, tutti tornati in vita cinque anni dopo lo "Snap" di Thanos in "AVENGERS INFINITY WAR", per dimenticarsi di essere Spider-man e dichiararsi alla MJ di Zendaya /che finalmente ottiene il ruolo di co-protagonista, dopo essere stata solo una comparsa in "SPIDER-MAN HOMECOMING", in stile Benedetta la dark de "I RAGAZZI DELLA TERZA C", perché  l'interesse romanantico di Peter Parker era un altro), ma Nick Fury (il solito prezzemolo Samuel L. Jackson) lo costringe ad arruolarsi, assieme al funambolico Mysterio (la new entry Jake Gyllenhaal, che nel 2004, per un pelo sembrava in lizza per rimpiazzare Tobey Maguire in "SPIDER-MAN 2"), vestito con il suo consueto costume verde  dei fumetto, boccia di vetro e mantello viola compresi, in una crociata contro i mostruosi "Elementali" (che, stranamente, hanno i poteri dell'Uomo Sabbia, Hydro Man e di Molten, l'uomo fuso, tre criminali ragneschi). Commedia estiva per famiglie su un super-eroe in erba innamorato, che funziona più nella caotica seconda parte che nella prima, fin troppo frivola e sciocchina (che errore, per me, aver abbassato il target a cui sono destinati questi film) . Tom Holland, come Spider-man e Peter Parker è sì intelligente e timido, ma fin troppo alla Iron man (infatti preferisce piangere Tony Stark e giostrare la sua tecnologia piuttosto che piangere un Ben Parker he non rieswce proprio ad entrare in questa versione ragnesca); Zendaya non è né Kirsten Dunst, né Emma Stone, ma cerca di non sfigurare (anche se i bacetti, in stile "piccoli problmi di cuore" non sono certo quello della trilogia di Raimi). Jake Gyllenhaal si rivela una buona scelta come Mysterio, peccato che si faccia un pò troppo desiderare nelle scene d'azione, perché in una precedente tutta  giochini ed illusioni dimostra di saperci fare davvero. I personaggi di Samuel L. Jackson e Cobie Smulders sembrano meno intelligenti di quel che si sono rivelati in passato e proprio una delle due scene post credits (entrambe indovinate) ci spiega il perché. Rsgno-costumi non proprio il massimo della bellezza, ma almeno l'ultimo si strappa che una bellezza. Particina anche per Jon Favreau, sempre nei panni di Happy Hogan, l'autista/amico di Tony Stark,  che qui s'innamora anche della sexy May Parker di Marisa Tomei (mai chiamata zia da Peter - manco fosse Bart Simpson che chiama suo padre Homer" -) e si rende utile nel finale, in un ruolo che mi ha ricordato il  Boss di "MAZINGA Z". Alcuni dicono che questo è il miglior film di Spider-man, ma non sono d'accordo, perché non riesce a fare a meno di una posse di studenti e di professori un pò troppo dementi e demenziali, a nio dire. Anni fa, ai tempi di "SMALLVILLE" avrei amato un pò di frivolezza nel liceo di Clark Kent,  ma in questo ragno-film vorrei aver visto volentieri un pò di quella serietà del serial tv con Tom Welling. Diamine, anche il preside del serial di "BUFFY L'AMMAZZAVAMPIRI" aveva più spina dorsale dei due prof presentati nel film di Jon Watts!

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