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Avengers: Endgame

Regia di Anthony Russo, Joe Russo vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Avengers: Endgame

di ilcausticocinefilo
4 stelle

Dunque, la “fine dei giochi”. Ecco arrivare nelle sale la “grande conclusione”, il compimento e, per alcuni, il coronamento di 11 anni di storie, il punto d’arrivo e convergenza di 21 film e oltre 44 ore di intrecci narrati­vi, di scontri, battaglie, relazioni, interconnessioni, gio­ia, felicità, intrattenimento, risate, talvolta anche, forse, lacrime e tristezza.

 

Un traguardo cinematografico con pochi (per non dire zero) precedenti, che ha saputo ap­passionare, lungo il suo corso, i ragazzini (e non solo quelli) di mezzo mondo. Quindi, un punto d’arrivo e ri­partenza insieme, certo, di un qualcosa di praticamente mai visto al cinema (see va là), indubbiamente, ma che ciò basti a configurarlo come un nuovo capolavoro di genere (come non tanto i fanboys e le fangirls, ma certa critica vorrebbe far credere) appare sinceramente interpreta­zione un tantino forzata, per usare un eufemismo.

 

 

scena

Avengers: Endgame (2019): scena

 

 

A se­guito della inaspettata e tragica conclusione di Infinity War era forse un po’ troppo aspettarsi qualcosa in più, ovvero un’altra linea narrativa, un altro stratagemma per venir a capo della faccenda che non fosse quello che tutti si aspettavano, ma pur tenendo come buo­na la scelta del soggetto, rimane comunque la consapevolezza del fatto che poteva essere svolto decisa­mente meglio.

 

Il primo esempio calzante, a questo proposito, riguarda la durata: bisogna dirlo, pur do­vendo gestire una mole di personaggi decisamente maggiore con mezz’ora in meno di tempo, il prece­dente film aveva fatto (forse proprio per questo motivo) un lavoro di gran lunga migliore in quest’ambito. Endgame, invece, rivela una certa auto-indulgenza nella durata, e ciò provoca un poco simpatico effetto di “stiracchiamento” della narrazione, nella prima parte

(ATTENZIONE, SPOILER: tra le altre cose, l’utilità ai fini dello svolgimento della trama di talune digressioni, vedi i colloqui nel passato di Thor e Iron Man l’uno con la madre e l’altro col padre, è piuttosto dubbia FINE SPOILER).

 

 

scena

Avengers: Endgame (2019): scena

 

 

Altra pecca, sempre più presente nella prima parte, ma alla quale non viene certo più di tanto posto ar­gine col procedere della proiezione, consiste nell’ormai imperiosa necessità di inserire a tutti i costi “al­leggerimenti comici” che spesso hanno l’unico, e deleterio, effetto di smorzare la tensione. E quando non lo fanno, in ogni caso appaiono inseriti nei momenti più inconsulti (per esempio, nel bel mezzo di una scena di battaglia).

 

Difetti già non da poco, soprattutto quest’ultimo, in un film che vorrebbe essere prima di tutto, oltre che in qualche misura più “adulto”, cupo e profon­do dei suoi precedessori, anche una grande conclusione epica. Ecco, proprio al riguardo dell’epos e del pathos di cui si è fatto gran parlare, risulta ancora una volta un poco de­ludente constatare che (fatto salvo, forse, per il finale; e per una scena che, però, ne ricalca alla lettera una del precedente film, solo con diffe­renti personaggi

[SEMI-SPOILER: sì, mi riferisco a quella con protago­nisti la Vedova Nera e Occhio di Falco FINE SEMI-SPOILER])

 

anche in questo Endgame non risulti pienamente all’altezza di Infinity War. Perché, purtroppo, non si avverte mai un senso di reale minaccia, una sensazione che le cose po­trebbero andare maledettamente storte, ed anzi fin troppo spesso c’è sempre un bel gadget

(SPOILER: vedi il caso del marchingegno per controllare il viaggio nel tempo con cui, a quanto pare, Stark se ne esce in appena una notte; o le “fialette” di Hank Pym FINE SPOILER)

 

o un bel personaggio pronto a risolvere prontamente la situazione

(SPOILER: come nel caso di Carol Denvers, alias Captain Marvel: non s’è davvero mai sentito di un caso di deus ex machina più da manuale [addirittura un intero film progettato al fine di introdurre un personaggio che serve all’unico scopo di togliere dall’impiccio i no­stri eroi all’inizio di questo film, mentre comunque, nonostante le attese, in seguito si rileva sostanzial­mente ininfluente] FINE SPOILER).

 

 

scena

Avengers: Endgame (2019): scena

 

 

E questa si afferma, nel corso del film, come una davvero pessi­ma abitudine, una tentazione costante. Tut­to, difatti, pare fluire fin troppo facilmente e appena si presenta un problema, ecco che qualcuno in quattro e quattr’otto se ne esce con una rapida soluzione

(SPOILER: sarà forse per questo che gli sceneggiatori han­no sentito la necessità di inserire il sacrifi­cio finale di uno dei personaggi più impor­tanti, in quanto consapevoli che fino a quel momento tutto stesse filando troppo liscio FINE SPOILER).

 

 

Paul Rudd

Avengers: Endgame (2019): Paul Rudd

 

 

 

Come se tutto ciò non bastasse, ATTENZIONE, SPOILER: tut­ta la questione riguardante il viaggio del tempo lascia non pochi dubbi circa la sua plausibilità (l’intera teoria del film al riguardo ruota intorno, per farla breve, al regno quantistico e all’idea che, andando a ritroso nel tempo e modificando il passato non si modifichi il futuro, ma si vadano a creare tutta una se­rie di realtà alternative; peccato che questo comporti, seguendo il ragionamento, che i vari gruppi che vanno in epoche diverse dovrebbero finire ciascuno in una realtà differente, a seconda di quello che hanno fatto, alla realtà alternativa che hanno generato per dirla chiaramente, mentre risulta piuttosto difficile credere che riuscirebbero a ritornare tutti nella realtà di partenza, quella a cinque anni dai terri­bili eventi di Infinity War (perché quella realtà, in pratica, non esisterebbe più, per loro: in sostanza, non è mai reso palese come facciano, per tramite di quale miracoloso marchingegno riescano invece a ritor­nare alla loro realtà d’origine [e anche Capitan America, che sul finale decide di rimanere nel passato per vivere la sua vita con Peggy Carter, proprio in virtù di questa sua decisione dovrebbe generare una realtà alternativa e non essere più in grado di tornare a quella in cui ha lasciato i suoi compagni, cosa che invece sorprendentementeriesce a fare, vecchio e rattrappito, giusto per cedere lo scudo a Sam Wilson]) FINE SPOILER).

 

 

Scarlett Johansson

Avengers: Endgame (2019): Scarlett Johansson

 

 

In aggiunta a quanto detto, poi, bisogna anche dire che le battaglie (come quella finale) non appaiono mai realmente “epiche” (quella del Signore degli anelli, per dirne uno, lo sono molto di più) e, come già detto, non generano mai particolare tensione, non sono da cardiopalma, da togliere il fiato come ci si sarebbe aspettati

(SPOILER: un altro aspetto sorprendente, ma non in modo positivo, è la rapidità con cui vie­ne fatto fuori Thanos all’inizio, ancora una volta esemplificativo della scarsa tensione presente in momenti cruciali del film FINE SPOILER).

 

Avrebbero forse beneficiato di qualche minuto in più, queste battaglie (magari tagliandone invece nella prima parte), in modo da renderle più emozionanti e coinvolgenti

(SPOI­LER: un esempio è l’entrata in scena di tutti gli “scomparsi”, risolta invece troppo rapidamente FINE SPOILER).

 

 

Mark Ruffalo

Avengers: Endgame (2019): Mark Ruffalo

 

 

In definitiva, è pur sempre vero che questo Endgame non è un pessimo film, solo neanche il grande capolavoro tanto sbandierato: è sempli­cemente un (poco onesto) prodotto d’intrattenimento, e nemmeno il migliore tra quelli targati Marvel; un film ben recitato da quasi tutti, anemicamente diretto e, ovviamente, impreziosito, come c’era da aspettarsi, da effetti digitali allo stato dell’arte.

 

Un film discreto (anche se certi dialoghi, in tutta sincerità, sono inascoltabili [forse anche a causa del doppiaggio italiano]), tendente al mediocre, e dunque ovviamente non particolarmente memorabile (se non per il suo es­sere la chiusura di un cerchio, la conclusione, come detto in apertura, di una saga cinematografica di ben 21 film interconnessi, un unicum nella storia del cinema). E altrettanto ovviamente non una nuova vetta del genere: se si è in cerca di quello è meglio virare su altri lidi (vedasi alla voce Cavaliere oscuro).

 

Anche perché il processo di ridicolizzazione di alcuni personaggi cardine è spinto un po’ troppo all’estremo (il trattamento riservato a Thor, su tutti, è veramente "pornograficamente" ignominioso) e i buchi nella trama (per la gran parte dovuti al macchinoso e confusionario metodo utilizzato per viaggiare nel tempo) talvolta troppo macro­scopici per essere ignorati.

 

In definitiva, ecco iconograficamente esemplificato il genere di stato d'animo all'uscita della proiezione:

 

 

Chris Hemsworth

Avengers: Endgame (2019): Chris Hemsworth

 

 

 

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