Regia di Georges Méliès vedi scheda film
Un horror alla Méliès, con decapitazioni e dimezzamenti di corpo. Uno splatter ante litteram, reso irresistibile dal registro ironico, tipico dell'autore.
In Turchia, quando si trattava di (in)giustizia non andavano troppo per il sottile: i condannati non avevano appello, e il più delle volte andavano incontro a pene tremende, attuate da un boia privo di scrupoli. Ne sanno qualcosa i quattro protagonisti di questo spassoso cortometraggio, destinati al decollamento.
Méliès veste qui i panni di un boia turco spietatissimo, pronto ad eseguire, con una gigantesca sciabola, un'unica esecuzione che prevede la decapitazione collettiva dei condannati. Un tema horror, mutato dal regista in tragicomico. Le teste, riposte in un enorme barile, non ne vogliono sapere di starsene lontano dai corpi. Così una di loro torna al suo posto. Di nuovo viva, la vittima "estemporanea" afferra le rimanenti teste mettendole sui relativi corpi. Approfittando poi della distrazione del boia, i quattro resuscitati rendon pan per focaccia: dimezzando (letteralmente) l'esecutore.
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