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Yalda

Regia di Massoud Bakhshi vedi scheda film

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La recensione su Yalda

di gaiart
8 stelle

Yalda, la notte del perdono. Della serie: quando la luce sconfigge l’ombra! Grazie al televoto da casa.

Yalda, la notte del perdono. Della serie: quando la luce sconfigge l’ombra! Grazie al televoto da casa.


Risalente a più di 3000 anni fa e poi ripresa dalle religioni Hindu, Mitraista e Zoroastriana, che celebrano la nascita di Mitra, il dio del sole e della luce, Sahib e Yalda è una tradizione antichissima, festeggiata il 21 dicembre. Le giornate iniziano ad allungarsi e proprio per questo Yalda rappresenta la vittoria della luce sulle tenebre. Si riuniscono le famiglie e oltre a frutta secca o fresca di ogni tipo e colore, si offrono diversi deliziosi piatti tipici tra cui il Fesenjan (uno stufato a base di pollo, noci, e salsa di melograno), l’Anar Polo (riso con melograno, pollo e pistacchi), la zuppa di melograno e il Kalam Polo (riso con cavolo, carne e spezie). Tutto questo cibo viene esposto in tavola a dimostrazione del fatto che la società non è intimorita dai giorni freddi che seguiranno, ma che anzi è pronta e preparata per entrare nella stagione invernale.
In Iran quindi la celebrazione del solstizio d’inverno è tradizione lieta e consolidata dai diversi significati anche simbolici. Aprendosi infatti alla nuova stagione si pulisce dentro e fuori casa e, con esse, anche il proprio cuore dalle liti, dalle problematiche, spazzando via dolori, cercando il perdono definitivo di qualsivoglia offensore per cui, ricordiamo, esite e vige la pena di morte.
Su questa geniale, assurda, originale tematica si innesta questo prezioso, imperdibile film. 
B
asato su un programma televisivo un reality dall'emblematico titolo: “honeymoon”, luna di miele appunto, ma con finale tragico, si aiutano i sopravissuti a un omicidio o il marito o la moglie  a non essere mandati a morte. Come? Col televoto. Si dipana una storia pazzesca in cui realtà e finzione scardinano i loro punti repriproci per lasciare definitivamente basito, lo spettatore.
Alla tensione di un omicidio, in cui la protagonista forse potrà essere salvata, anzi “graziata” dal pubblico a casa, si aggiunge quella palpabile di uno studio televisivo in cui la diretta, le molte persone, i cambi di programma, gli imprevisti generano sempre un pò di sano batticuore.
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