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Il testimone dello sposo

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

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La recensione su Il testimone dello sposo

di mm40
4 stelle

Le grandi capacità di Avati narratore sono note; qui inoltre ritroviamo tutto quel gusto per l'agrodolce delle sue storie (soggetto e sceneggiatura sono dello stesso regista), l'amore indiscutibile per la propria terra, l'Emilia provinciale, nonchè la nostalgia lieve e colma di riguardo verso il passato. L'ambientazione cronologica allo scoccare del ventesimo secolo scopre certamente l'intenzione di offrire uno sguardo rivelatore dei cambiamenti in corso nella piccola borghesia emiliana di quel periodo; la ricostruzione storica è ineccepibile, ma, e qui la particolarità di questo film, per una volta Avati non azzecca il casting. Almeno, non completamente: perplessità sorgono senza dubbio sulla scelta di affidare la parte della passionale protagonista ad un'algida Sastre, nonchè sulle interpretazioni di attori di serie B come Valeria D'Obici e Ninì Salerno (passi ancora ancora la volontà di spacciare Abatantuono per virile ed irresistibile: è pur sempre finzione). Strano a dirsi soprattutto perchè la direzione degli attori è uno dei punti forti di Avati. E che Il testimone dello sposo sia uno dei film meno ispirati del regista bolognese lo conferma il finale dolciastro, romantico e senza grande fantasia. 5/10.

Sulla trama

Il 31 dicembre 1899, in un paesino dell'entroterra emiliano, una ragazza sposa un uomo più grande di lei. Neppure lo ama: semplicemente l'uomo si è offerto di ripianare i copiosi debiti della famiglia della consorte. Tutti sanno che la sposa è infelice, ma ciò che ancora ignorano è che lei sia innamorata del testimone dello sposo, un suo amico proveniente dagli Stati Uniti, dove ha fatto fortuna.

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