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L'uomo del giorno dopo

Regia di Kevin Costner vedi scheda film

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La recensione su L'uomo del giorno dopo

di maso
4 stelle

Mah.....che dire su questo lunghissimo film di e con Kevin Costner nel quale convivono in precario equilibrio paesaggi da quella casa nella prateria e mi ricordo montagne verdi immerse in una falsissima e impalpabile atmosfera apocalittica, se non che la matrice letteraria è sicuramente intrigante ma esposta con molta freddezza proprio perchè quando si parla di apocalisse mi aspetto di vedere lande desolate, aria contaminata e gente trasformata, mentre qui il pianeta sta meglio che nella realtà e ne viene data una visione troppo semplicistica e accomodante.

La storia dell'eroe per caso che fugge da un rabberciato esercito totalitario verso insediamenti nascosti fra la natura spacciandosi per un postino che porta notizie da un immaginario stato ricostituito con capitale a Minneapolis ridando speranza e riportando la gente alla fiducia nel prossimo funziona sulla carta da lettere ma non su quella della sceneggiatura che fra dialoghi assurdi e lungaggini contraddittorie in molti snodi trascina lo sguardo verso l'esclamazione sacrosanta "MA DURA ANCORA MOLTO?".

Le scene d'azione sono ben girate ma malamente concepite e nonostante il suo messaggio di pace il personaggio di Costner non è né un romantico eroe di frontiera come in "Balla coi lupi" né un autentico figlio di puttana mutato come in "Waterworld" e prendendo il peggio dal carattere di entrambi lo interpreta con troppo distacco e poca passione, nel cast di contorno poi non ci sono personaggi particolarmente memorabili se non il sindaco della colonia sulla diga interpretato dal chitarrista Tom Petty che però ha pochissimo screen time e non si fa in tempo a masticarlo che già il film volge all'anno 2043 con il suo messaggio iperbuonista.

Resta un film sicuramente originale ma piatto, per niente entusiasmante e non sono affatto sorpreso che abbia ricevuto una salva di peti grossa come uno tzunami da tutti gli angoli della terra quando uscì a cui si unisce la mia a scoppio ritardato.

Una annotazione finale per i musicologi: il nome donato dal portalettere al fittizio presidente degli Stati Uniti è Richard Starkey che per chi non lo sapesse è il vero nome di Ringo Star, con trovate di questo genere come si poteva pensare di incassare verdoni con questo pastrocchio costosissimo.

Lo trovete in svendita in VHS su Postal Market.

 

BOCCIATO

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