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L'uomo del giorno dopo

Regia di Kevin Costner vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su L'uomo del giorno dopo

di John_Nada1975
4 stelle

Nel 1998 venne spostato dal suo giorno di prima cinematografica e i (pochi) spettatori convenuti a rimanerne delusi, a quello seguente, poiché nella sala cinematografica che lo programmava di proprietà del "rossissimo" DLF, in una città costiera toscana altrettanto "rossissima", doveva provenire da Roma Napolitano per un incontro pubblico immagino non di folle in attesa, e forse all'epoca era persino ministro prodiano di qualcosa.

Al tempo ancora non si era pienamente manifestato che il politico di già lunghissimo corso era lui, il  vero "Uomo del giorno dopo", di tanti "giorni dopo" e sempre all'italiana, persino peggiori di quelli che sembravano tanto brutti, precedenti.

Una volta visto, nel pieno dell'età ventenne mi era persino piaciuto, visto a distanza di decenni, risulta forzato, meccanico, con troppi rivolgimenti di trama totalmente incredibili e sempre a favore del protagonista Postino/Costner al solo scopo di fare raggiungere la durata da kolossal di 170', e con tanti buoni propositi democratici(nonostante una battuta presente, "Richard Starkey è il nuovo Presidente? Ma di quale partito, Democratico o Repubblicano?"- "Ehm....i partiti non esistono più, sono superati.") purtroppo negli anni 20 totalmente rancidi e indigesti.

Anche il personaggio di Olivia Williams è inconsistente e totalmente incredibile, un'idea di donna da adolescenti che nel libro di Brin è ben diversa, impossibile così nella realtà, pur se fantascientifica .

Rimangono dei bellissimi paesaggi dell'America più rurale e lussureggiante, catturati con la consueta sensibilità e maestria da cineasta americano classico, già ampiamente dimostrata da Costner nel precedente e ben più fortunato "Balla coi lupi".

Meglio molto meglio, Will Patton come leader ex venditore di fotocopiatrici "riciclatosi" dittatore pazzo e sanguinario degli "holmisti" -dal cognome del loro fondatore deceduto per una malattia conseguente all'apocalisse nucleare di tanti anni prima-, un gruppo paramilitare ovviamente più che "fascisteggiante", il quale estende il suo ordine e terrore feudale sulle comunità umane di sopravvissuti degli ex- Stati apparentemente del nord-est.

Purtroppo con il senno di poi alcune buone intuizioni e dei propositi  anche giusti tipici di Costner della "Vecchia ragionevole e più coesa America", che da alcune parti che sarebbero persino sicuramente bollati come "conservatori", si perdono in dei dialoghi assurdi per banalità retoriche, e scontatezze di messaggio, oltretutto già allora piuttosto usurato e che mostrava le sue falsità, crepe e ipocrisie.

Rimane il coraggio di un'opera al solito per Costner regista dalle ambizioni di magniloquenza e dimensioni da "vecchio bel cinema americano", anacronistico per vocazione e scelta(oltretutto in un periodo in cui il post-apocalittico è soprattutto se ad alto costo era di molto scemato rispetto al decennio precedente, e certo non si sarebbe ancora ingorgato, saturato, come nei decenni degli anni 2000, tra lungometraggi e serie tv).

Bravo come sempre e intenso, lo sventurato Daniel Von Bargen, altro degli attori "di fiducia" costneriani, e presenti nel lungo film.

Gustosa l'apparizione di un all'inizio apparentemente trucido ma invece alla fine alleato Joe Santos come "secondo" e muto(gli era stata tagliata la lingua per avete guidato una ribellione) "colonnello" holmista, evidente "omaggio" a tanto cinema e tv americani dei settanta.

Sovradimensionata e di importanza dai rockettari la breve apparizione di Tom Petty come sindaco di una comunità su alte dighe città(da qui una delle sequenze im carrucola su corde sopra i balzi di centinaia di metri di essi, e con maggiore utilizzo di cgi anni '90 precocemente invecchiata), ma di un qualche spessore il breve dialogo tra i due lui e Costner, sulla "notorietà" passata.

In pratica con la solita immodestia che lo contraddistingue, per certi versi non antipatica, Costner(dato che il personaggio all'inizio è un "ex attore scespiriano" che raccoglie qualche pasto caldo e qualche minestra nei villaggi e nelle comunità di sopravvissuti, da viandante artista girovago), questa scena ci potrebbe "suggerire" che essi sono i veri "loro" due della realtà prima della apocalisse avvenuta ormai tanti anni prima e tanti "inverni di tre anni fa", e in grado di riconoscersi l'un l'altro.

A pianeta Terra ormai rigogliosamente rinato sembra quasi più bello e verde di prima, almeno in quella bellissima parte degli ex- "Stati Uniti" in procinto di risorgere.

 

 

 

John Nada

 

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