Regia di Ron Clements, John Musker vedi scheda film
"La sirenetta" è stato uno dei film che hanno segnato la rinascita della Disney come Studio alla fine degli anni 80, fu un grande successo internazionale che anticipò di pochissimo quello ancora più clamoroso de "La bella e la bestia", è ancora ricordato soprattutto per le canzoni di Alan Menken e Howard Ashman, fra cui "Under the Sea" che vinse l'Oscar nel 1990. Io lo vidi nel 1990, quando uscì, e all'epoca mi diede una sensazione piacevolissima, che in buona parte si è rinnovata alla revisione di ieri sera su Rai uno, poiché si tratta di un film a cartoni animati ben realizzato, un lungometraggio di 83 minuti che rielabora sapientemente la fiaba di Andersen, pur con alcuni cambiamenti significativi, e che conquista lo spettatore con la grazia di un'invenzione figurativa quasi sempre originale, pur non potendo però competere con le migliori opere giapponesi dello studio Ghibli. La bella sirena Ariel si innamora di un principe che però potrà sposare solo dopo aver stretto un patto con la malvagia Ursula e aver momentaneamente tradito la fiducia di suo padre Tritone: si può condividere l'osservazione che le figure umane siano le più convenzionali, mentre il film si scatena soprattutto con alcuni caratteristi in funzione comica come il granchio e il gabbiano e nei deliziosi balletti fra cui il più famoso rimane giustamente "In fondo al mar". Il film può contare su molte singole invenzioni cinefile di indubbia efficacia, come aver reso la strega Ursula una specie di doppio della Norma Desmond di "Viale del tramonto" e, pur non toccando nel complesso la genialità di film come "Biancaneve" o "Fantasia", resta fra gli esempi più riusciti di un'animazione che, rivolgendosi principalmente ai bambini, riesce però ad appassionare anche gli adulti grazie al suo linguaggio così espressivo.
Voto 8/10
La sirenetta (1989): scena
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