Regia di Roger Michell vedi scheda film
Intenso film dalle forti emozioni, cast sontuoso capitanato da Susan Sarandon, ricorda per le atmosfere cupe e familiari il grande cinema di Ingmar Bergman.
Blackbird - L'ultimo abbraccio - Stati Uniti - Gran Bretagna 2019 la trama: Lily è affetta dalla terribile malattia chiamata SLA. Con una aspettativa di vita ridotta e di pessima qualità decide di optare per l’eutanasia. In un drammatico week end lungo di tre giorni insieme al marito ai figli , nipoti ed un’amica di vecchia data Liz passerà gli ultimi giorni con loro sette prima di compiere il gesto estremo, però la sua figlia minore Anna minaccerà di far saltare il piano. La recensione: Blackbird - L'ultimo abbraccio (Blackbird) è un remake della pellicola danese Stille hjerte.Un film dal sapore drammatico e di forti emozioni, diretto con garbo e misura dal bravo regista britannico Roger Michell. Un piccolo e semplice film intimistico, interamente ambientato tra le mure di una bellissima casa sul mare, concentrato sulla famiglia, sulle persone che la compongono e sulle varie dinamiche psicologiche annesse e connesse, risente dell’influsso europeo del film danese che lo ha ispirato e ricorda le atmosfere del cinema del grande maestro Ingmar Bergman. Un film che parla di un tema scottante come l’eutanasia o il suicidio assistito, con delicatezza, come visto quest’anno in un film importante “Il Colibrì” di Francesca Archibugi. Nel film ci sono molti abbracci, pianti, “sussurri e grida”, regolamenti di conti in sospeso, rivelazioni sconvolgenti e tensioni che ardono sotto il clima di apparente tranquillità, una vera e propria “Tempesta di ghiaccio” come il famoso film di Ang Lee. Un film quasi interamente girato nella casa, quindi in interni, con molte scene girate al tavolo conviviale a pranzo o cena, di impianto fortemente teatrale, un film di contenuti e di fitti dialoghi recitati con grande partecipazione dall’ottimo cast ben affiatato, emergono i vari caratteri, le fragilità nascoste e le diatribe tra i vari componenti famigliari, ad un certo momento però crolleranno le barriere e le maschere ed emergerà la nuda verità dolorosa, ma sincera ed onesta. Il cast è straordinario a cominciare dalla protagonista Susan Sarandon, il marito un Sam Neill sempre di alto livello, le due sorelle che si soffrono, ma si amano, la più forte Jennifer(Kate Winslet) e la delicata, ansiosa ed irrisolta Anna la sorella minore(Mia Wasikowska), stratosferica Lindsay Duncan un “amica di famiglia speciale” Rain Wilson il marito di Jennifer adatto al ruolo, I giovani ma talentuosi Bex Taylor-Klaus Chris il nipote ed Anson Boon che è Jonathan. Per concludere il film mi è molto piaciuto, sono rimasto soddisfatto dalla visione di questo intimo dramma familiare, che appartiene ad un cinema solido diretto, spontaneo e semplice, vita vissuta filmata, con un’ottima sceneggiatura, che mi ha fatto amare i personaggi in scena, mi sono sentito rappresentato da loro, con il valore aggiunto di un finale bellissimo e catartico, onesto e realistico, che non ha ceduto alla lacrima facile, rimanendo naturale, con la forza del bene e dell’amore che da potenza al film, come la bellissima colonna sonora di Peter Gregson e la fotografia luminosa di Mike Eley voto 7.5 Interpreti e personaggi Susan Sarandon: Lily Kate Winslet: Jennifer Mia Wasikowska: Anna Sam Neill: Paul Lindsay Duncan: Liz Rainn Wilson: Michael Bex Taylor-Klaus: Chris Anson Boon: Jonathan
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