Regia di Enrico Lando vedi scheda film
Michele è un meccanico squattrinato e megalomane, amante di quella bella vita che non può economicamente permettersi e che per questo lo costringe a dissimulare una seconda e ben più trendy personalità, differente anche fisicamente mediante arditi e divertenti accorgimenti che lo rendano più consono dinanzi alle belle donne a cui brama. Diretto e proteso a ritagliarsi quegli scampoli di tempo libero da single impenitente che lo facciano figgire dalla ordinaria, decisamente meno spumggiante e glamour vita di tutti i giorni.
Quando tutto d'un tratto si trova a sostituire un collega infortunato (non certo per sola sua mera sfortuna) in un viaggio di lavoro con possibilità di ampie distrazioni in quel di Budapest, l'uomo si troverà catapultato in un incubo: derubato e senza documenti, l'uomo verrà scambiato per uno dei tanti sventurati componenti del flusso migratorio instancabilmente diretto dall'Africa all'Europa alla ricerca, quasi sempre vana, di salvezza e stabilità economica.
La disavventura riuscirà tuttavia a farlo forte di una esperienza di vita che lo metterà a contatto con una realtà per lui sconosciuta, sottovalutata, trascurata da quel menefreghismo opportunista che lo ha sempre contraddistinto, fino a farlo maturare, inducendolo, almeno in parte, a cambiare mentalità ed atteggiamento, affossando quell'egoista codardo del suo doppio, proteso solo a trovare facili soddisfazioni col minimo sacrificio.
Da una sceneggiatura elementare e ridotta all'osso, scritta anche dallo stesso comico Aldo Baglio ad uso e consumo di una verve comica peraltro indiscutibile, "Scappo a casa" non è granché coadiuvato, anzi di fatto mortificto, da una regia piatta e ridotta al minimo sindacale da parte del regista Enrico Lando, preoccupato più che altro dello spazio che il comico si riesce a ritagliare per sviscerare tutta la sua indubbia collaudata maschera comica, ora libera di esprimersi senza contegno, essendo rimasto solista ed orfano degli altri due componenti del fortunato trio cinecomico.
Una comicità che si apre a tematiche alte e di respiro internazionale, attraverso una incursione, vista peraltro poco tempo orsono, da parte della commedia italiana più classica ed elementare attualmente fruibile, verso argomenti drammatici di grande attualità: il film infatti tenta di tornare in argomento su uno dei fenomeni d'attualità più drammatici degli ultimi anni come la piaga dell'inarrestabile flusso migratorio, già oggetto di interesse da parte del genere con l'ultima opera da regista ed attore, in verità nemmeno quella granché riuscita, di Antonio Albanese (il film era Contromano).
Anche con la massima disponibilità, è davvero difficile salvare qualcosa dal piccolo lievissimo e puerile film di Baglio, se si eccettua qualche momento di stizza che ben conosciamo nel personaggio e che costituisce da serpre uno dei punti di forza del comico.
Il resto davvero finisce per svilirsi in facili, se non proprio stucchevoli, sentmentalismi e qualunquismi, ed anche la partecipazione un pò buttata li di una fuoriclasse come Angela Finocchiaro, risulta a tutti gli effetti frutto di un maldestro e mal congeniato piano narrativo che poco aiuta nel tentare di risollevare le sorti davvero precarie di un filmetto evanescente e quasi trasparente.
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